Navi da Guerra biofuel
Le marine militari di Italia e USA puntano al 50% dei carburanti alternativi entro il 2020

Nella foto: il caccia italiano “Andrea Doria”.
ANNAPOLIS – Una nave da guerra USA, il cacciatorpediniere “Mason” ha partecipato alla prima operazione di rifornimento in mare di carburante biofuel nel quadro del programma americano di utilizzo di energie alternative per la propria flotta.
L’operazione, riferisce l’agenzia Reuters, ha avuto luogo la settimana scorsa al largo della Sicilia con il trasferimento del biofuel al “Mason” da parte del caccia italiano “Andrea Doria”. Si è trattato di un carburante prodotto da Eni con il 5,5% di olio di palma misto al normale fuel marino. Il trasferimento del carburante è avvenuto in navigazione a lento moto (5 nodi di velocità) fianco a fianco con la nave appoggio “Etna” che ha rifornito entrambi i caccia attraverso tubi flessibili appositamente concepito.
[hidepost]“E’ stato il primo esperimento – ha dichiarato il segretario Usa alla marina militare Ray Mabus – ma diventerà la normalità, rifornimento dopo rifornimento”. L’iniziativa di utilizzare carburante alternativo è stata nominata “Grande flotta verde” fin dal 2009, per dare un vantaggio strategico agli Usa nel senso di ridurre la dipendenza dalle fluttuazioni del costo del greggio e dalle sue forniture. “Il carburante può essere usato come un’arma – ha detto ancora Mabus – basta vedere quello che la Russia ha fatto con la Crimea e con l’Ucraina; e quanto ha tentato di fare con l’Europa prima che il prezzo del fuel calasse”.
Il prodotto dall’olio di palma è stato più volte contestato dagli ambientalisti perché ricavato dalla deforestazione, ma attualmente la produzione viene controllata per non fare danni alla biosfera. Il biofuel può anche essere ricavato da altre biomasse oltre che da oli esausti.
Attualmente gli Usa hanno il 30% sulla loro flotta militare che è alimentata con energie alternative, incluse quelle nucleari, ma punta ad aumentare questa percentuale al 50% entro il 2020. Anche l’Italia sta operando in questa direzione, con la prospettiva di raggiungere anch’essa il 50% entro il 2020. In particolare, i sommergibili italiani cominceranno quest’anno a usare il biofuel.
Durante l’operazione con il caccia “Mason” erano presenti otto navi italiane compreso un sottomarino, mentre gli Usa avevano alcune unità della VI Flotta compresa la portaerei nucleare “Eisenhower”.
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