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Caldo torrido tra Emirati e “fortini”

LIVORNO – Diciamo che il caldo torrido dei giorni scorsi ci ha messo lo zampino. Perché almeno un paio di polemichette, scoppiate sul porto – sia pure nel quasi generale disinteresse della città – possono trovare giustificazione con i nervi a fior di pelle dell’afa.
[hidepost]La prima polemichetta riguarda la notizia, riportata qui sopra, sull’autostrada del mare tra Livorno e Fujairah, Emirati Arabi. Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, che solo pochi mesi fa sparava a zero contro la piattaforma Europa, due giorni fa non solo l’ha benedetta come grande occasione per un collegamento con il porto degli Emirati Arabi, ma ha anche rivendicato l’iniziativa di promozione che è condotta – leggere il comunicato Ansa – da un suo assessore. Perché polemichetta? Primo, perché appunto Nogarin ha cambiato idea sulla piattaforma Europa (e niente di male, capita: però su certi temi innesca alcune riflessioni che fanno pensare a un certo dilettantismo almeno iniziale). Secondo, perché viene usato un termine improprio, “Autostrada del mare” che invece è formalmente codificato per collegamenti navale intra-Ue. Terzo, perché di tutta l’iniziativa l’Autorità portuale – che sul porto ha notoriamente compiti di programmazione e promozione – non ne sapeva e non ne sa niente. Non un bell’esempio di coordinamento e collaborazione tra istituzioni.

* * *

L’altra polemichetta è tutta interna all’Authority portuale. In contemporanea o quasi, i due quotidiani livornesi Il Tirreno e La Nazione hanno scritto di una proposta di riorganizzazione interna delle varie direzioni, vista da sinistra e vista da destra; nel senso che il tema è stato trattato non in chiave politica ma di “poteri” interni, con tanto di intervista al segretario generale Massimo Provinciali (Il Tirreno) e una dura lettera interna della dottoressa Querci (La Nazione). Nella sua lettera ai sindacati la dirigente Antonella Querci lamenta nella sostanza una “erosione” delle sue competenze, uno spacchettamento poco condiviso delle funzioni di Matteo Paroli (passato alla segreteria generale dell’Authority di Ancona, e a sua volta piuttosto in rotta con i vertici livornesi quando era a palazzo Rosciano) , la nascita di “fortini” blindati a palazzo e un sovraccarico di funzioni a sé richiamate dal segretario generale. Il quale a sua volta però, rispondendo al cronista del Tirreno che gli chiedeva ragione della “riorganizzazione”, ha minimizzato, ricordando che la vera riorganizzazione si avrà con la riforma portuale e con chi a quel punto gestirà l’Autorità di sistema Livorno-Piombino. Indipendentemente dai punti di vista, la Querci ipotizza una specie di vaso di Pandora: aprendo la stura ai critici interni che lamentano i (troppi?) rinvii della gara della Porto 2000, i troppi incarichi (gratuiti, sia chiaro) sulle spalle del segretario generale, i ritardi nelle coperture di direzioni fondamentali (quella che è stata di Umberto Campana è l’esempio più evidente), l’eccessivo spingere sulla comunicazione a senso unico (tele locale) e addirittura con un giornale edito dall’Authority, eccetera. Non è mancato il velenoso parallelo con l’Autorità portuale di Piombino che non ha rinnovato l’incarico di segretario generale (utilizzando un interno) in attesa della riforma. Insomma, il caldo basta a giustificare tutto?
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
16 Luglio 2016

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