La Riforma della “governance” primi nomi, ma possibili sorprese
Il toto-presidenti è in atto ma le scelte definitive rischiano di andare alle lunghe – Il tema del rapporto con i presidenti delle Regioni interessate
ROMA – L’hanno chiamata “governance” e francamente non sappiamo se è per pudore, invece di chiamarla “divisione dei pani & dei pesci”, oppure se è per il generalizzato anglesismo della lingua.
[hidepost]Di fatto, è il problema alla base dei ripetuti slittamenti del decreto del consiglio dei ministri sulla riforma della legge 84/94 relativa alla portualità nazionale. Ieri il consiglio dei ministri dovrebbe aver fatto il passo decisivo per l’apparato della norma, ma non certo per la scelta di tutti i nomi relativi alla “governance”. Al momento di andare in stampa – i nostri sono, in effetti, tempi lunghi – eravamo ancora a metà del guado. Ovvero, pare che fossero appurati alcuni nomi, quindi la “governance” per Trieste (Zeno D’Agostino), per i porti di Roma (Pasqualino Monti, malgrado i furibondi assalti contro di lui), per i porti di Livorno e Piombino (Luciano Guerrieri) e pochi altri. Questi che citiamo sono nomi che circolano, sulla base di Vox Popoli, quindi prendiamoli a benefico di inventario. Secondo la normativa, il “concerto” con i presidenti delle Regioni interessate può andare avanti ancora per 45 giorni. E sarà interessante vedere che cosa emergerà nella “governance” nelle Regioni che erano partite per chiedere tre anni di tempo per uniformarsi alla riforma. Tutto il resto è, al momento, in divenire. Potremo divertirci di più (o di meno) la prossima settimana.
A.F.
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