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Livorno tre risposte dell’Authority

LIVORNO – Il rinnovo della concessione (e il rilascio di un’altra, di pari durata alla proroga) in cambio di nuovi investimenti e di un sostanziale aumento della forza lavoro.
[hidepost]Nell’ultima seduta del Comitato portuale prima della pausa estiva, l’impresa Lorenzini intasca l’ok del Parlamentino di Palazzo Rosciano: la società potrà operare sino al dicembre del 2029 sulle aree già assentite in concessione e su quelle oggetto di una nuova assegnazione. Viene così a configurarsi, coerentemente con le previsioni del Piano Regolatore Portuale, un moderno polo multipurpose che vede interessata la Sponda Est della Darsena Toscana, dalla calata Lucca alle aree retrostanti l’accosto 15 C, e che permette a Lorenzini di sviluppare a pieno i propri traffici.
L’istanza di proroga è stata sostenuta da parte del terminal operator da un programma di nuovi investimenti, stimati in circa 11 milioni di euro, per l’acquisto di nuove gru e macchinari per la movimentazione delle merci, e dalla prospettiva di un incremento occupazionale che dovrebbe portare la società a passare da 61 a circa 76 unità lavorative..
La delibera, che è stata approvata all’unanimità, ha ottenuto l’assenso del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che, in questa fase di transizione a ridosso della riforma, l’Apl aveva ritenuto di dover coinvolgere.

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“Per Lucarelli abbiamo fatto di tutto pur di consentirgli di continuare ad operare nel porto di Livorno, e considero ingenerose e scorrette le accuse che ci sono state rivolte in questi giorni a mezzo stampa e via facebook”. Proprio non ci sta, Gallanti, a passare per quello che ha messo in ginocchio un’azienda “sana”.
Dopo le accuse che l’ex bomber ha fatto nei confronti di palazzo Rosciano in merito al rinvio dei lavori di resecazione della calata Orlando che impedisce alle navi sopra i 150 metri di arrivare al terminal Lucarelli, il numero uno dello scalo labronico risponde in modo chiaro: “Si accusa la Port Authority di non aver ancora oggi resecato la calata Orlando del Bacino Firenze: ma nessuno dice che i lavori di resecazione avrebbero comportato come prima conseguenza quella di bloccare il Bacino Firenze per due anni e mezzo. Ci può essere rivolta qualsiasi critica, ma non quella di aver privilegiato alcuni soggetti del porto a scapito di altri. E a dimostrarlo sono tutte le iniziative promosse in questi anni dall’Authority a favore di Lucarelli”
Ad elencarle è stato il segretario generale, Massimo Provinciali: “Nei confronti della società – ha detto – abbiamo fatto il possibile: le abbiamo consentito – unica impresa negli ultimi sei anni ad averlo fatto – di usare la banchina Bengasi della Darsena n. 1; le abbiamo permesso operare al di fuori della propria concessione facendole usare l’accosto pubblico n. 41 con la propria forza lavoro, soluzione, quest’ultima, che è rimasta percorribile sino a che un lavoratore dell’impresa non ha distrutto il pontone”.
Ma non finisce qui: “Abbiamo spesso e volentieri chiuso un occhio in relazione al debito consistente che la Società ha nei confronti dell’Authority e, da ultimo, abbiamo fatto uno strappo alla regola mettendole a disposizione il lato nord del molo Italia. Oggi siamo riuniti qui di nuovo tutti assieme per cercare una nuova soluzione percorribile”, ha concluso Provinciali.
Quale sia questa soluzione alternativa è presto detto: come si sa, a causa di alcune limitazioni strutturali che insistono sull’area in concessione (l’accosto 54 del Bacino Firenze), il terminalista non può oggi ricevere navi sopra i 150 metri. Sarebbero state anche queste limitazioni ad aver pregiudicato il rapporto che Lucarelli ha con il suo unico cliente, Tirrenia, che per il prossimo anno ha deciso di non rinnovare il contratto che la lega all’ex bomber.
Per consentire alla società di proseguire a pieno l’attività sino a dicembre di quest’anno, sarebbe stata prospettata come opzione percorribile quella di un interscambio tra la società Scotto di Giorgio Neri, che opera sul lato sud del Molo Italia, e la stessa Lucarelli: si tratterebbe di un mutuo soccorso che consentirebbe all’impresa di usare le aree assentite in concessione alla Scotto per lavorare le navi con lunghezza superiore ai 150 metri (non solo quelle della Tirrenia), conseguentemente Scotto potrebbe operare sul 54 le navi con lunghezza inferiore ai 150 metri.
Va detto che va ancora verificata la disponibilità della società Scotto. Nei prossimi giorni si saprà se l’ipotesi sia fattibile. Il Comitato Portuale verrà comunque nuovamente investito al momento opportuno.

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È giunta nei giorni scorsi una lettera con la quale l’associazione degli agenti marittimi, Asamar, ha denunciato le modifiche apportate all’ordinanza congiunta AP/CP del 2008 riguardante la regolamentazione degli ormeggi pubblici. A detta di Asamar, con la nuova ordinanza n. 12 del 2016, la Port Authorty, avendo stabilito, per l’accosto 15C, la preferenzialità d’uso per le navi che trasportano autoveicoli nuovi, e per l’accosto 15D la preferenzialità d’uso per le rinfuse liquide, “avrebbe sottratto di fatto alla già limitata disponibilità di accosti pubblici le due banchine 15C e D, con rilevante pregiudizio per l’utenza”.
“Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario – ha detto Provinciali – l’APL ha ritenuto di dover confermare la preferenza degli accosti 15C e D, che rimangono pubblici, a due tipologie di traffico. Chiaramente, rimane la possibilità da parte di qualsiasi operatore di usare i due accosti. Inoltre è previsto che la preferenzialità dei due accosti sia limitata al 2019 e comunque subordinata alla realizzazione delle previsioni del PRP. Attenendo poi semplicemente a profili commerciali, abbiamo ritenuto che fosse competenza dell’Authority modificare le due ordinanze del 2008, stabilendo una preferenzialità d’uso per i due accosti. Non abbiamo leso gli interessi della comunità portuale”.

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Pubblicato il
6 Agosto 2016

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