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Anche dire di no per una buona riforma

UNA LETTERA AL MINISTRO DALLA FEDERAZIONE PD LIVORNO

Il responsabile del settore porti e infrastrutture della Federazione PD Livorno, Sergio Muzi, ci ha inviato la seguente nota sulla riforma e sulle sue urgenze.

LIVORNO – La riforma dell’84/94 con la riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della “governance” portuale è finalmente arrivata alla sua conclusione e sarà operativa entro l’estate già con la probabile nomina dei Presidenti delle nuove Autorità di Sistema Portuale.
[hidepost]L’obiettivo della riforma è quello di aumentare l’efficienza del sistema Portuale in sinergia con gli altri sistemi di trasporto realizzando un piano infrastrutturale e logistico integrato che faccia recuperare al sistema Italia competititività e sviluppo economico. Nell’occasione invitiamo subito il ministro Delrio a procedere anche con la riforma del lavoro portuale con tutte le problematiche che ciò implica in termini di semplificazione, armonizzazioni contrattuali, organizzazione e sicurezza sul lavoro al fine di tutelare maggiormente sia le imprese che i lavoratori. L’area livornese, con i porti di Livorno e Piombino, il retroporto Vespucci, l’aeroporto di Pisa, i collegamenti ferroviari e stradali, rappresenta già una piattaforma logistica di primissimo livello, inserita nella rete europea TEN-T, destinata nel futuro a crescere ulteriormente. Il notevole aumento dei traffici commerciali e crocieristici di questi ultimi 18 mesi, dopo l’approvazione del PRP, dimostrano che i tempi sono maturi per rivedere in porto anche i livelli occupazionali. La forte ripresa del porto si intreccia poi con le opportunità di reindustrializzazione offerte dagli accordi di programma recentemente stipulati con Governo e Regione per le aree di crisi complessa della provincia livornese. La realizzazione della Piattaforma Europa, su cui vogliamo ribadire che è necessario un “patto di ferro” tra tutte le forze istituzionali-politiche-sociali del territorio, con banchine e fondali adeguati alle future esigenze del gigantismo navale, assicurerà lo sviluppo ulteriore dei traffici e dell’indotto logistico correlato, con la prospettiva di un forte rilancio economico-occupazionale dell’area livornese. A questo punto, sarebbe inutile girarci intorno, quello che ora più ci interessa, al di là dei segnali di fumo sulle nomine che arrivano da ambienti interessati, è che il ministro Delrio e i presidenti di Regione interessati, scelgano al più presto i vertici delle AdSP sulla scorta di consolidate qualità ed esperienze maturate nello shipping e nella logistica e che l’annunciata costituzione dell’albo professionale dei presidenti non risulti un alibi per prendere tempo e ritardare le nomine. Perché Livorno ha urgente bisogno di proseguire il grande lavoro avviato dall’APL, che in questi ultimi anni ha prodotto il nuovo PRP con le relative zonizzazioni (che vanno completate entro l’anno), i dragaggi dei fondali e i bandi di gara per la nuova “Stazione Marittima”, la “Piattaforma Europa” e i “Bacini di Riparazione”. I porti di Livorno e Piombino hanno già avviato un percorso proficuo di aggregazione funzionale e organizzativo  che la riforma approvata conferma ed accelera. Dalla riforma ci aspettiamo che finalmente si dia corso alla reale programmazione-pianificazione nazionale dei programmi di sviluppo (così come previsto anche dal piano strategico nazionale della portualità e della logistica) che superi, come promesso, le vecchie logiche municipalistiche o lobbistiche al fine di far avanzare i progetti più competitivi per il sistema Italia. Un autorevole addetto ai lavori diceva che, perché questa sia una buona riforma, bisogna saper dire anche dei no; ebbene anche noi la pensiamo alla stessa maniera e ci aspettiamo che il tavolo nazionale di coordinamento della varie AdSP presso il MIT, interpreti quello spirito con il ruolo fondamentale di controllo ed indirizzo nazionale. Tornando alla realtà locale, non deve certo allarmare che ci sia qualche slittamento in bandi di gara che sono di portata internazionale. Siamo convinti che alcuni aggiustamenti sono necessari, come ad esempio l’allungamento da 50 a 60 anni della futura concessione per la PE: vista la rilevanza degli investimenti pubblici e privati e la necessità di rendere compatibile l’investimento con il ritorno economico dello stesso. Riteniamo peraltro che nell’immediato, per consolidare e ulteriormente migliorare il livello dei traffici commerciali del Porto e la sua competitività, alcune annose questioni, che risultano ormai intollerabili, come la gestione delle Porte Vinciane, la riparazione della strada di penetrazione FIPILI alla D.T., l’allargamento del canale ed il raddoppio della linea ferroviaria, vadano rapidamente risolte con l’accordo e l’aiuto di tutte le istituzioni interessate. Per le Porte Vinciane e l’allargamento del canale siamo sicuramente sulla buona strada, non così per la riparazione all’ingresso dello svincolo Quaglierini (le vicende legate alla provincia non giustificano uno slittamento del fine lavori al 2018) e il raddoppio della linea ferroviaria. Il Porto e la sua comunità meritano e pretendono il massimo impegno da parte di tutti.

Sergio Muzi

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Pubblicato il
10 Agosto 2016

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