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Assoporti e i dolori del giovane Monti

ROMA – Eppur si muove. Non sto parafrasando a vuoto l’amaro commento di Galileo dopo la famosa condanna della chiesa; sto registrando gli ultimi colpi di coda romani prima che la “livella” delle sacre ferie ferragostiane svuoti Roma e gli eccelsi loci dove quasi cent’anni fa qualcuno aveva avuto la tentazione di farvi bivaccare i propri manipoli. Tutti a casa: il che non sembra poi così negativo, se condividiamo l’aforisma di Mark Twain secondo cui ogni volta che si riuniva il parlamento (degli Usa, nel suo caso) lui andava a nascondere il portafogli.
[hidepost]Fine delle battute, siamo, appunto, in clima di quasi Ferragosto. Perché si muove? perché la riforma dei porti ha registrato una novità che non è affatto piccola: l’uscita dalla “poltronissima” di commissario (e già presidente) dei Porti di Roma di Pasqualino Monti e la nomina tambur battente al suo posto dell’ammiraglio Ilarione dell’Anna, numero due dell’alto comando del corpo delle Capitanerie. Monti, che scadeva due giorni fa dalla nomina di commissario, ha chiesto al ministro di essere lasciato libero. Per l’ufficialità, un gesto da signore, viste le accuse che gli ha scatenato addosso in crescendo rossiniano l’ex della stessa Authority ed ex sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini (con tanto di reciproche querele). Per il gossip locale, Monti non solo ha voluto le mani libere per difendersi, ma potrebbe aver concordato “la dove si puote ciò che si vuole” un’uscita definitiva da Roma in cambio di una presidenza meno sotto i riflettori. Ricorderete forse che si era già parlato di Livorno-Piombino. A volte i gossip ritornano buoni per dopo. I dolori del giovane Monti  (Giacomo  Leopardi) finiranno ?
L’uscita di Monti apre un altro scenario: non più presidente, non più commissario, Pasqualino Monti può rimanere presidente di Assoporti? La risposta è già stata data: con il dovuto riserbo stampa, il consiglio di presidenza di Assoporti ha deliberato che fino alla nomina dei nuovi presidenti delle Autorità portuali di sistema, quindi alla fine di settembre – se Delrio riuscirà nell’impresa veramente gigantesca di mantenere la promessa nei termini – Monti rimane presidente. Una scelta abbastanza comprensibile, visto che un’assemblea di Assoporti in agosto, con la Riforma in itinere, sarebbe stata problematica e forse anche inopportuna. Una scelta con dei precedenti (sia il primo presidente Gianfranco Merli, sia il professor Tommaso Affinita rimasero nella carica non essendo presidenti) e quindi legittimata sul piano dello statuto. Il tutto dunque torna in mano all’attuazione del decreto della “governance”, E come è stato già scritto, alla “livella”.

Antonio Fulvi[/hidepost]

Pubblicato il
10 Agosto 2016

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