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Costalli (Camera di Commercio) saluta alla fine del suo mandato

Polemico commiato con il rifiuto a mantenere l’incarico per “l’affossamento delle potenzialità del sistema camerale italiano da parte della Riforma”

Nella foto: Sergio Costalli alla conferenza stampa di commiato e (alla sua destra) il dirigente Alessandro Bartoli.

LIVORNO – Dopo due anni e mezzo dall’annuncio della riforma delle Camere di Commercio e a quasi un anno dall’approvazione della legge Madia sul riordino del sistema camerale italiano la CCIAA di Livorno si avvia alla conclusione del suo percorso che terminerà il 31 agosto. Così il presidente Sergio Costalli ha voluto salutare i giornalisti – riconoscendo la correttezza del loro lavoro – ed attraverso essi tutto il personale dell’ente per efficienza e puntualità nell’offrire un servizio di avanguardia alle imprese. Ringraziamenti anche ai membri della giunta, al segretario generale Pierluigi Giuntoli e a tutti i funzionari per fiducia, competenza e collaborazione.
[hidepost]Il 1° settembre si insedierà il Consiglio della nuova Camera di Commercio della Maremma con i 28 membri, contro i 51 attuali dei due enti. E da allora – Costalli lo ha ripetuto e sottolineato più volte – non ci sarà lui al vertice, nonostante l’indicazione ricevuta come candidato alla presidenza da parte di tutte e due gli schieramenti delle associazioni di categoria. Sarà comunque nel consiglio in rappresentanza del settore cooperative. Le ragioni della declinazione dell’invito son ben spiegate da Costalli nell’editoriale del 3 agosto che è parte del suo libro “Guardare il mondo dalla parte dell’impresa” di Debatte Editore (libro autofinanziato – ha tenuto a sottolineare – così come altri costi, sostenuti personalmente per non voler dare adito a problemi per una sorta di avversione che oggi si registra nel confronti degli enti camerali) e si riassumono in un concetto che trascriviamo quasi letteralmente: “..Questa riforma più che un riordino potrebbe essere definita, il condizionale in questi casi è sempre necessario, un affossamento delle potenzialità del sistema camerale italiano”.
Eletto per acclamazione dal Consiglio camerale nel gennaio 2014 Costalli ha presieduto l’ente per due anni e mezzo sotto “schiaffo della Riforma”. Nello stesso periodo è intervenuto anche il decreto legge che ha tagliato del 35/40% le risorse provenienti dai diritti camerali ovvero i contributi delle imprese della provincia con i quali l’ente si finanzia; risorse che dal 2017 saranno ulteriormente ridotte fino al 50% e che – ha informato il dirigente Bartoli – scontano oltretutto un’evasione di quasi il 30% che negli anni, con gli aggravi delle iscrizioni a ruolo, ha prodotto un totale di 20 milioni di euro non riscossi.
“Una situazione molto complessa quella creata dalla Riforma e con due grandi rischi: quello di far diventare queste nuove Camere dei meri organi periferici del MISE, certamente necessari ma senza alcun indirizzo politico, e la mancanza delle risorse economiche – ha detto Costalli – intravedo grandi difficoltà per chi le dovrà presiedere ed il venir meno di una politica nei confronti delle imprese; forse sarebbe stato meglio fare un passo più lungo e far svolgere queste funzioni alle Regioni, enti con maggiori capacità di intervento in ambito di sviluppo economico. Il timore di fondo è che l’impresa, che necessita di tempi rapidi, soffochi per i troppi vincoli degli enti pubblici”.
Come noto la Camera di Commercio di Livorno con quella di Grosseto hanno anticipato volontariamente i tempi per scegliere autonomamente il tipo di organizzazione dell’accorpamento deliberando attraverso la legge 580/93 un anno e mezzo fa ciò che avverrà il prossimo 1° settembre. Se passerà questa Riforma – che tra l’altro, salvo emergenza terremoto, dovrebbe essere presentata al Consiglio dei Ministri proprio mentre scriviamo – gli accorpamenti che porteranno a 60 le attuali 105 Camere di Commercio saranno decisi a livello nazionale da Unioncamere.
C.G.

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Pubblicato il
27 Agosto 2016

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