Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Livorno, il gran gioco delle aree

Nell’azionariato del terminal dei portuali è entrato Friultrasporti mentre la Spil del Comune cerca di ristrutturare il debito e potrebbe vendere il “gioiello” affittato alla Cilp

LIVORNO – Le grandi manovre sul porto, per assicurarsi posizioni di forza in vista della nuova Autorità di sistema portuale, stanno coinvolgendo in particolare le aree e le banchine del settore industriale. Per dirla in parole povere, intorno alla Darsena Toscana e ai margini della cinta doganale.
Due le operazioni più significative: la richiesta di concessione della radice della sponda est da parte della nuova società LTT (Livorno terminal toscano) di Federico Barbera, in comparazione con la richiesta da tempo avanzata dal TCO di Roberto Alberti e soci: e l’ingresso nell’azionariato dell’Intercontainers, a fianco della Compagnia portuale Livorno, della Friultrasporti di Paolo Beltramini, a sua volta socia della Trailer Service ma che non figura nell’operazione.
[hidepost]L’accordo tra la Compagnia portuale e Friultrasporti prevede due tempi: il primo, che si è concluso di recente, ha comportato la cessione del 51º della società a Beltramini, mentre in un secondo tempo la cessione raggiungerà il 60% delle quote. In precedenza la Compagnia di Enzo Raugei aveva rilevato la quote degli altri soci di Intercontainers, gli eredi Taccia e gli eredi Bassini in modo da poter disporre della totalità della proprietà. Secondo Enzo Raugei, l’ingresso di Friultrasporti nell’Intercontainers (il cui valore totale si aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro circa) ha alla base un piano di rilancio delle aree e dei capannoni del terminal, che in base ai progetti del piano regolatore portuale rientrerà in pieno nella cinta doganale.
Per quanto riguarda la richiesta comparazione della radice della sponda est in Darsena Toscana, non sfugge che sugli accosti e sulle aree immediatamente adiacenti si stiano focalizzando non solo l’interesse di TCO e di LTT ma anche quelle di altri operatori, visto il crescere continuo dei servizi ro/ro e l’oggettiva carenza di spazi denunciata dai vari armatori. L’interesse sull’area è tanto più esteso in quanto vi gravita anche Paduletta, con i suoi vasti spazi e i suoi magazzini, di proprietà della SPIL del Comune, a sua volta in forti difficoltà economiche tanto da aver avviato un tentativo di ristrutturazione del debito con le banche attraverso una ricerca di advisors competenti. Per molti osservatori, le difficoltà della SPIL potrebbero essere sanate – o almeno, ampiamente ridotte – dalla vendita di Paduletta: per la quale sarebbero state presentate già offerte anche da parte di Andrea Palumbo, che sostiene l’operazione LTT di Federico Barbera. Ma con un punto fermo a frenare molti tentativo: l’esistenza di un contratto di affitto alla Cilp fino al 2028 al quale la Cilp stessa – rafforzata come noto dai soci Neri e Negri – non intende certo rinunciare. Anzi, pare intenda porsi come primo possibile acquirente se davvero il Comune volesse vendere.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
3 Settembre 2016

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio