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Presidenti curricula e scommesse

LIVORNO – Non ci scherzeremo sopra, come chi ironizza che la caccia al tesoro è aperta ma si sa già chi saranno i vincitori “là dove si puote ciò che si vuole”. Fatto sta che il termine per inviare i curricula da parte degli aspiranti presidenti delle AdSP (sistemi portuali) è scaduto domenica scorsa e il ministro si sarebbe trovato poco più di duecento documenti da esaminare.
[hidepost]L’interrogativo vero è: ce la faranno i nostri eroi del MIT ad esaminarli tutti entro il 20 del mese, cioè in due settimane? Perché il ministro Delrio aveva promesso che avrebbe deciso le nomine entro quella data: con grande sprezzo del pericolo, direi e forse anche del ridicolo. Ma mai dire mai, specie se – come qualcuno sussurra – buona parte delle decisioni sarebbe già stata presa nelle (poco) segrete stanze con i presidenti delle Regioni.
I nomi? Nessuno degli oltre 20 presidenti (o commissari) uscenti avrebbe rinunciato a rimettersi in corsa. L’autostima, in questo settore, non è merce rara. Pare che altrettanto abbiano fatto quasi tutti i segretari generali delle Autorità portuali: sia gli attuali, sia qualche ex. Siamo già a una cinquantina di curricula: ma sarebbe la punta dell’iceberg. Le vere sorprese potrebbero venire dal settore manager, pubblici e privati. Ce ne sono di eccellenti, piazzati in giro in società logistiche, in terminals, anche al vertice di associazioni. Tempo fa qualcuno scherzava sulle esclusioni a priori in caso di anagrafe, come dire, un po’ avanzata: ma non risulta che tra i criteri forniti dal MIT ci siano sbarramenti di questo tipo, tanto che alcuni dei Seniors, come il nostro ex presidente livornese Giuliano Gallanti, sarebbe stato proposto da alcuni settori operativi – malgrado sia nella terza età – anche per il porto di Genova, dove già face un apprezzato lavoro. Solo fumo negli occhi, per mascherare un dicktat di giovanilismo a tutti i costi?
Mesi fa, venivano “sparati” sulla stampa nomi dati per certi: come quello di Paolo Signorini, direttore della Regione Liguria che il governatore Toti avrebbe concordato con Delrio. Per Trieste ci sarebbe una specie di rivoluzione se non fosse confermato Zeno D’Agostino (Serracchiani dixit). Per Taranto davano confermato Sergio Prete, anche perché le rogne sono tante. Mistero su Civitavecchia: il “gran rifiuto” di Pasqualino Monti per la conferma come commissario ha un po’ scompaginato le carte, ma il personaggio è tale che difficilmente – dicono in Assoporti – potrà essere escluso, magari con il recupero in un altro porto. A Venezia parlano ancora oggi di Antonio Cancian al posto di Costa, il che risolverebbe anche lo scontro con Trieste sulla grana del porto offshore. Per Livorno rimane in pole position Luciano Guerrieri, silenzioso ma efficiente demiurgo di Piombino, non si sa bene però quanto appoggiato dal governatore Rossi, che su certe cose va un po’ a corrente alternata. C’è anche la candidatura di Luca Becce, bravo manager del TDT ed evidentemente gradito da quegli operatori che puntano sulla piattaforma Europa: ma Becce è un fedelissimo di Luigi Negri e solo se quest’ultimo decidesse di “liberarlo” potrebbe essere considerato in corsa.
Andiamo avanti? Meglio di no, rischiamo di inanellare altre previsioni sbagliate, e altre illusioni. Siamo, come si dice in Toscana, alle porte con i sassi. E come disse lo spettro di Cesare a Caio Bruto, ci rivedremo a Filippi: perché rimane su tutta l’operazione l’ombra minacciosa dei ricorsi e delle eterne cavillose schermaglie giuridiche all’italiana.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
7 Settembre 2016

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