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Porti italiani? Più che sicuri

L’amarezza di un esperto per la drammatizzazione di dati tutt’altro che negativi

Fiorenzo “Cino” Milani

ROMA – Per doverosa premessa, sono stato a Genova al convegno Port Crash, che si è tenuto presso Palazzo san Giorgio.
Ha introdotto i lavori l’ammiraglio ispettore Giovanni Pettorino, il quale ha ribadito che a fronte di 12.000 movimenti che ci sono ogni anno a Genova l’incidentalità è veramente bassa, anche in relazione alle dimensioni delle nuove costruzioni navali. L’ammiraglio ha paragonato Rex, Michelangelo, Andrea Doria, alla MSC Preziosa che si trovava in porto, ricordando che a fronte di dimensioni raddoppiate gli spazi di manovra sono rimasti invariati.
Ha ricordato anche come nel campo marittimo, le condimeteo influenzino le manovre.
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Quindi la bassissima incidentalità – è la logica conclusione – dipende dai Servizi Tecnico Nautici davvero eccezionali.
Tanti gli esempi: l’ammiraglio ha ricordato in chiusura la manovra del Concordia al bacino n. 4, la professionalità espressa dai STN e come la sicurezza sia garantita dal coordinamento dell’Autorità Marittima con questi servizi.
Edoardo Rixi assessore regionale al porto di Genova ha ricordato come vadano adeguate le banchine ai traffici, sulle indicazioni di piloti ed Autorità Marittima. Di come l’analisi del rischio che viene fatta quotidianamente nel porto di Genova generi i suoi frutti e di come sia indispensabile anche un adeguamento dei fondali.
Bruno Dardani (giornalista del Sole 24 Ore) ha riconosciuto a sua volta che i Servizi Tecnico Nautici garantiscono un alto livello di sicurezza a fronte di un’alta professionalità.
Ha ricordato le sue esperienze con i piloti a Genova durante lo sciopero del personale dei rimorchiatori; per lui era già un miracolo arrivare vivo sul ponte di comando ed è eccezionale pensare che quello che per lui era un miracolo avviene quotidianamente. Lui era un testimone di questo coraggio quotidiano che chi stà dietro ad una scrivania spesso non riesce a capire.
Gli uomini dei servizi tecnico nautici – mi preme ribadirlo – sono professionisti eccezionali; basti pensare che l’impatto di una nave di medie dimensioni alla velocità di un nodo in banchina equivale alla forza d’urto di 5 tir ad 80 km all’ora. La magia di rapporti che si crea tra Autorità Marittima e STN, grazie agli uomini serve a supplire alle carenze infrastrutturali dei nostri porti. Chi fa il mio mestiere ne è quotidianamente consapevole.
Alle relazioni, è seguita una tavola rotonda tra Duci (Federagenti), Monti (Assoporti), Conforti (Assoterminal) e Martinoli (Confitarma, GNV) ma il tema fondamentale si è spostato sulla riforma portuale.
Ha concluso i lavori Luigi Merlo, consulente del ministro Delrio, e sono lieto che abbia ribadito come i nostri Servizi Tecnico Nautici siano i primi al mondo. Merlo ha anche sottolineato che qualcuno avrebbe cercato di smantellare Autorità Marittima e anche i Servizi Tecnico Nautici, ma che questo Governo e questo Ministro, consapevoli della loro importanza, hanno difeso un sistema che ritengono funzioni benissimo. Ora per dare maggior tranquillità ai piloti, si aspetta l’approvazione al Senato della legge sul limite d’età.

* * *

Port Crash: nonostante le carenze infrastrutturali dei nostri porti, sono i più sicuri al mondo Grazie alla Guardia Costiera ed ai Servizi Tecnico Nautici. Dal mio punto di vista, questo doveva essere il titolo appropriato delle testate giornalistiche che riferivano della conferenza di Palazzo San Giorgio a Genova.
Poteva essere l’occasione per raccontare di un’eccellenza che tutti ci riconoscono a livello mondiale, la sinergia che si sviluppa quotidianamente tra Guardia Costiera e Servizi Tecnico Nautici, che sopperisce alle carenze infrastrutturali dei porti, mantenendoli competitivi, privilegiando la sicurezza.
Eppure l’ammiraglio ispettore Giovanni Pettorino, ha ribadito più volte, che solo pochi giorni prima, proprio a Genova, per l’ennesima volta era stata fatta una manovra unica ed eccezionale, l’ingresso in bacino di carenaggio dei resti del Concordia.
Il consulente del ministro Delrio, Luigi Merlo, ha ribadito che grazie alla Guardia Costiera ed ai Servizi Tecnico Nautici, i nostri porti sono i più sicuri al mondo e di come in passato qualcuno avesse cercato di azzerare la Guardia Costiera e cancellare l’attuale modello dei servizi e di come l’attuale Governo, nella riforma appena approvata abbia confermato il ruolo fondamentale della Guardia Costiera legato alla Sicurezza, ed il modello dei servizi che molti ci invidiano.
Con non poca sorpresa invece, martedì mattina leggendo la rassegna stampa, ho appreso che quasi tutte le testate giornalistiche si sono concentrate su foto apocalittiche e su dati statistici che, privi di un approfondimento, possono sembrare catastrofici.
Nei Porti italiani si effettuano mediamente 250.000 manovre ogni anno, in cinque anni 1.250.000, che a fronte di 470 sinistri sono un incidente ogni 2660 manovre, lo 0,03%. In questo 0,03%, sono considerati anche i parabordi rotti, la vernice scrostata, la macchina della nave che non parte e forse anche i sinistri della flotta pescherecci ed il diporto.
Se invece analizziamo le statistiche del P&I di Londra rese pubbliche lo scorso anno, i porti Italiani risultano i più sicuri al mondo. Per incidenti il cui danno supera i 100.000 $ (per una nave equivale allo specchietto rotto della macchina), in un periodo di nove anni, gli incidenti rilevanti sono 9, un incidente ogni 70.400 manovre, al secondo posto ci sono gli Stati Uniti con un incidente ogni 53.943 manovre.
A dire il vero, gli organizzatori hanno costantemente esaltato questa eccellenza Italiana; i giornali avrebbero potuto parlare delle statistiche impossibili, tanto care al comandante generale CP all’ammiraglio ispettore Vincenzo Melone, quelle degli incidenti evitati grazie alle riunioni per l’analisi del rischio, oppure dei controlli delle Capitanerie sulle navi sub-standard che tanti sinistri e vittime generano in estremo oriente…. Qualcuno ha preferito raccontare una storia diversa… peccato! Ma i nostri porti sono sicuri, questo è certo.
Fiorenzo “Cino” Milani

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Pubblicato il
14 Settembre 2016

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