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Le troppe incognite sui comitati CG di gestione portuale

LIVORNO – E’ abusata da tempo, ma rimane maledettamente attuale: “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, ovvero, meno letterariamente “Campa cavallo”. Scrivo mentre ancora il nodo della presidenza dell’AdsP Livorno/Piombino non è stato sciolto, ma questa volta non mi limito al vertice.
[hidepost]Prendendo spunto da una nota sulla testata genovese Primocanale, mi chiedo – insieme ai quattro lettori che ci seguono – quale senso concreto debba essere attribuito all’ennesima circolare del buon Pujia che traccia i profili obbligatori per i membri dei comitati di gestione delle stesse AdsP.
La legge, come noto, istituisce i comitati di gestione (l’acronimo sarà CG) al posto dei comitati portuali. Con meno gente, meno rappresentanti del porto, meno quasi tutto. Più precisamente: oltre al presidente, nominato dal ministro, ci sarà un rappresentante nominato dalla Regione (due se ci sono due Regioni coinvolte?), uno del sindaco, uno per ciascuno dei Comuni che erano sede di Autorità portuale, e un rappresentante dell’Autorità marittima. Punto e basta.
Anzi, non basta. Perché Pujia ricorda, riferendosi a una sentenza del 2013 del Consiglio di Stato, che ciascuno dei suddetti componenti il CG dovranno avere caratteristiche tecnico-professionali simili a quelle del presidente. Ovvero: non bastano titoli professionali, impegni politici sul settore, ma occorre “aver svolto attività professionali che evidenziano la completa padronanza degli assetti normativi, delle dinamiche socio-economiche, delle concrete realtà operative e dei profili pratici del settore”.
Non è poco, e vedremo cosa salterà fuori in questo processo di scelta che rischia d’essere anch’esso lungo e contrastato. E di far partire le ormai consuete (ahimè) raffiche di ricorsi.
Infine, last but not least, Pujia ha sottolineato l’elemento anagrafico. Lo sbarramento è rappresentato da 65 anni: al di sopra, per la norma, siamo vecchi, vecchioni o vecchiacci del tutto inutilizzabili per i CG, anche se fossimo novelli Einstein. Noterella: da ultra-sessantacinquenni si può fare il ministro (vedi l’esecutivo di Gentiloni), il magistrato, il grand comis di Stato, ma niente CG sui porti. Bah…
Sulla questione anagrafica c’è già un feroce incrocio di distinguo. Della serie: vale solo per chi è stato dipendente pubblico, o anche per i privati professionisti o ex professionisti? E ancora più dibattuto: sembrerebbe ci fosse una scappatoia aperta per derogare dal limite di età per i segretari generali. Con relativa, immediata domanda: perché per i presidenti e i membri del CG si, e invece no per i segretari generali, che pure hanno incarico altrettanto e più importante e delicato? Mistero.
Possiamo sperare solo in chiarimenti che arrivino prima di fare tante e già preannunciate frittate. Come se non ce ne fossero già abbastanza, mentre i porti hanno bisogno di scelte veloci, sostanziali e di non confutabile chiarezza.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
21 Dicembre 2016

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