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Con SMET intermodalità e ambiente

Domenico De Rosa

SALERNO – Ospitiamo oggi il punto di vista di Domenico De Rosa, amministratore delegato del Gruppo SMET, azienda salernitana leader a livello europeo nel settore della logistica integrata, circa i nuovi assetti delle Autorità di Sistema Portuale e conseguenti opportunità per il comparto della multi-modalità.

Dottor De Rosa, a cosa è dovuto lo sviluppo ed il risultato conseguito dal Gruppo SMET? Anche sotto il profilo della ecosostenibilità vi sono stati riconosciuti importanti premi: l’ultimo è il prestigioso Sustainability Award di CNH Industrial.
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Il nostro gruppo da anni opera nel multi-modale, con precipua specializzazione dell’intermodale short sea, ponendo da sempre forte attenzione alla sostenibilità e allo sviluppo ecostenibile. Siamo stati pionieri in questo senso nel settore, avendo già da alcuni anni trazioni alternative al gasolio, CNG prima ed LNG in seguito; il nostro obiettivo è portare la nostra flotta, che è costantemente in crescita, ad avere il 50% dei suoi mezzi a LNG. Sono questi i nostri drivers di riferimento a cui devono attribuirsi i risultati ed i riconoscimenti cui lei fa cenno e che ci danno un valore aggiunto in un mercato competitivo come quello attuale.
Quali sono le vostre linee di indirizzo e quali i mercati di riferimento?
In termini generali il nostro è un mercato europeo, quindi guardiamo con estrema attenzione ai collegamenti intermodali tra i principali paesi di quest’area. Per noi la modalità stradale rappresenta una delle modalità, ma non necessariamente la favorita. Occorre capacità nel cogliere le opportunità e le combinazioni che oggi le diverse modalità di trasporto, ognuna con i suoi limiti, consentono. Ciò significa scomporre i paradigmi “solo strada” o “mare strada” o “ferro strada”, per piuttosto combinare strada-ferro-mare-strada; mettere cioè a sistema tutto il mercato intermodale esistente. Le faccio un banale esempio: se noi andiamo a Dusseldorf con successiva tappa a Lisbona faremo il primo miglio stradale, il secondo miglio ferroviario, il terzo miglio stradale, il quarto miglio navale, il quinto miglio nuovamente stradale. Questa è una delle chiavi di lettura del mercato attuale.
Come linea di indirizzo cerchiamo quindi di sviluppare traffico in maniera intermodale sulle principali rotte europee/internazionali; in particolare mi riferisco alle direttrici fra noi e Spagna, Germania e Francia.
Dal punto di vista delle infrastrutturazioni necessarie per il trasporto intermodale qual è il vostro auspicio e quali le vostre iniziative in tal senso?
Stiamo già vedendo che in Italia si stanno facendo dei passi in avanti in termini di infrastrutturazione portuale e ferroviaria e plaudiamo a questo; certamente con il nuovo assetto delle Autorità portuali, oggi Autorità di Sistema Portuale, ci aspettiamo dei forti miglioramenti in termini di efficienza degli scali a cui noi attingiamo servizi. Tutti i cambiamenti sono portatori di opportunità; l’abilità sta nel cercarle e nel trovarle. Uno strumento fondamentale per agire proprio su questi temi è l’associazione ALIS, che mette insieme tutti gli interlocutori del trasporto sia stradale che marittimo che ferroviario. Noi come SMET, all’interno di ALIS, siamo promotori di miglioramenti delle aree portuali, dei servizi che vengono resi sulle diverse portualità italiane ed anche della viabilità autostradale: è recente un nostro progetto pilota per il miglioramento delle segnaletiche autostradali attraverso un link costante e continuo tra alcuni nostri autisti e la società Autostrade.
Il vostro gruppo ha sede a Salerno, porto incluso nella AdSP del Mar Tirreno Centrale guidata da Pietro Spirito; quali sono le vostre aspettative verso questo nuovo assetto?
Al nuovo presidente della AdSP del Medio Tirreno Pietro Spirito facciamo prima di tutto un “in bocca al lupo” per il suo importante lavoro. Vorremmo che questo nuovo presidente fosse favorevole all’istituzione di una cabina di regia fra gli operatori qualificati delle diverse merceologie, attesa la assoluta rilevanza del traffico rotabile che insiste sui porti di Salerno e di Napoli, traffico del quale noi siamo pionieri e tutt’oggi fra gli operatori più significativi in Italia. In questo momento chiediamo una presa di consapevolezza su cosa significa questa categoria di traffico e quindi la possibilità di essere protagonisti delle discussioni con il presidente e con gli altri operatori di merceologie o di comparti diversi come i containers e le merci varie.
Il nuovo sistema di governance può dare dei buoni risultati se prodigo nell’ascoltare ed attento nel valutare le esperienze degli operatori che utilizzano e sviluppano concretamente, con “i numeri”, le infrastrutture. Non è importante chi e come prende la decisione. L’importante è che vengano sottoposte delle questioni concrete, reali, e sulla base di questo vengano poi assunte le decisioni conseguenti.
Relativamente all’economia del vostro territorio: quali ritiene possano essere le iniziative utili per svilupparla?
La proposta regionale della sperimentazione della Zona Economica Speciale (ZES) per i porti e retroporti di Napoli, Salerno e l’area di Bagnoli credo sia estremamente valida come stimolo per il territorio salernitano; siamo e saremo molto attenti a tutto l’iter legislativo per l’identificazione e l’applicazione di questa “zona” sperando che possa essere appunto uno stimolo per creare e sviluppare traffici a valore aggiunto.
C.G.

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Pubblicato il
31 Dicembre 2016
Ultima modifica
1 Gennaio 2017 - ora: 20:12

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