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A Livorno bacini e PD-pensiero

LIVORNO – Dal responsabile di porti e infrastrutture della Federazione del PD livornese, Sergio Muzi, riceviamo.

La significativa partecipazione dei cittadini alle recenti iniziative promosse da “vertenza livorno” e dai “riparatori navali” sulla riapertura dei bacini di riparazione evidenzia il forte interesse della città per la riattivazione degli stessi.

[hidepost]Con le opportunità offerte dall’Accordo di Programma e il piano di reindustrializzazione della provincia, la ripresa commerciale e croceristica in porto, la conclusione dei bandi di gara su Livorno Porto 2000, la gara sulla Piattaforma Europa e la nuova industria del turismo, riteniamo anche noi che i bacini di carenaggio rappresentano una importante occasione di rilancio economico-occupazionale per la città.

A coloro che si lamentano e protestano per i ritardi accumulati, ricordiamo che l’iter procedurale, sospeso dopo l’incidente mortale nel bacino galleggiante, dipende dalla magistratura che deve acquisire gli atti necessari per fare piena chiarezza anche per il doveroso rispetto per chi non c’è più.

In merito ai contenuti e alle prospettive del bando, che taluni contestano e vorrebbero modificare, riteniamo sarebbe un grave errore bloccarlo, proponendo una variante al PRP, che farebbe slittare la conclusione della gara ben oltre l’anno; assai meglio procedere e concludere con l’impegno di valutare successivamente proposte e modifiche migliorative.

Ricordiamo che il bando di gara per la gestione dei bacini, nel rispetto prevede:

– limiti tecnici e vincoli ambientali che non escludono soluzioni di ripristino funzionale del bacino in muratura, visto che su quello galleggiante non esistono dubbi: va immediatamente riparato e messo in condizione di essere utilizzato;

– punteggi correlati a: investimenti, piani di impresa economico-finanziari, modalità tecnico-operative;

– riferimenti tecnico-economici come evidenziati dallo studio RINA commissionato dall’Autorità Portuale in fase di approvazione del PRP che prospettano due precisi scenari manutentivi mirati al: 

naviglio mercantile (secondo le aspettative dei riparatori navali) 

comparto yacht (secondo le aspettative di Azimut). 

Evidenziamo inoltre alcuni aspetti per comprendere il contesto e i possibili sviluppi:

– adiacente ai bacini, opera uno dei più importanti cantieri mondiali di yacht che avrebbe bisogno di ulteriori spazi di allestimento a terra e dell’uso del bacino galleggiante per varare le sue imbarcazioni 

– nella vicinanza dei bacini, ci sono insediamenti abitativi e commerciali;

– secondo la valutazione del RINA, il bilancio occupazionale, in entrambe le ipotesi, prevede nel quinquennio un incremento di almeno 180-200 unità (più l’indotto), ricordando che nel comparto delle riparazioni operano attualmente circa 130 unità raggruppate in una trentina di imprese, mentre nel settore cantieristico delle costruzioni operano 170 unità in loco più circa 5-600 unità nell’indotto;

– l’incremento occupazionale sarà tangibile non prima di un anno visto che dovranno essere scontate una serie di condizioni quali: 

a) il completamento della gara, una volta sbloccata dalla magistratura, escludendo i posibili contenziosi legali;

b) la riparazione del bacino galleggiante e il ripristino totale o messa in sicurezza del bacino in muratura;

c) la necessità di formare e addestrare il personale da ricercare nella realtà cittadina;

– la gara prevede una disponibilità iniziale di spazi a terra ridotti che oggettivamente limitano le riparazioni tradizionali e le modifiche delle grandi navi mercantili, fortemente impattanti, senza peraltro pregiudicare interventi tecnici, ad alto valore aggiunto, su navi crociera, ro-ro, ferry, etc., così come confermano le indagini di mercato e nel rispetto dei vincoli previsti dal PRP;

In conclusione riteniamo che: 

– per aumentare gli spazi ridotti a terra, una volta completata la realizzazione del porto turistico mediceo, riteniamo ipotizzabile l’utilizzo della banchina 75 che nel PRP continua ad essere area di allestimento allargando così anche gli spazi acquei di manovra;

– nel PRP esiste l’ipotesi di poter utilizzare il bacino in muratura anche per le grandi navi e in tal senso nel futuro può avviarsi una verifica sulle compatibilità tecniche e i vincoli ambientali al fine di consentire l’ingresso almeno delle grandi navi croceristiche (meno impattanti) senza escludere, in caso di emergenza, il naviglio mercantile;

– a prescindere infine dagli esiti della gara, la soluzione più auspicabile sarebbe un accordo di collaborazione tra le parti concorrenti che, pur nella distinzione dei ruoli, armonizzi le singole esigenze al fine di garantire: 

da un lato, la salvaguardia dell’eccellenza mondiale dei cantieri benetti con i relativi livelli occupazionali interni-esterni, la possibilità di utilizzare nuovi spazi di allestimento a terra e il bacino galleggiante per il varo degli yacht; 

dall’altra, la possibilità di effettuare attività di manutenzione al naviglio mercantile, soprattutto tecnico, ad alto valore aggiunto, nonché modifiche e refitting, con sensibili ricadute economiche-occupazionali.

Sergio Muzi[/hidepost]

Pubblicato il
4 Febbraio 2017

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