Ma sui tempi alle solite: avanti adagio
LIVORNO – Bisogna riconoscerlo: a margine del workshop dell’altro giorno I, la brochure presentata da Invitalia con tanto di graziose hostess era davvero allettante. Cartonata di lusso, chiara nel programma e negli strumenti agevolativi sia nazionali che regionali, apriva il cuore alla speranza. E pazienza poi se i disoccupati che hanno disteso gli striscioni di protesta la pensavano in altro modo, contestando i tempi infiniti del progetto. I colloqui che si sono svolti con la quindicina di imprese interessate al progetto dovrebbero aver dato un segnale di speranza anche per loro.[hidepost]
Però c’è un però. Gianfranco Simoncini, assessore regionale, ha sviluppato la quasi totalità del proprio intervento quasi giustificandosi per i ritardi nei tempi: compreso il ritardo ulteriore dovuto alle richieste di integrazioni da parte della Corte dei Conti. Maledetta burocrazia, d’accordo; ma che un programma di rilancio fortemente voluto dalla Regione con tanto di varo ufficiale a metà del 2015 oggi sia ancora impantanato – fino al prossimo marzo – tra gli infiniti sbarramenti degli incroci di competenze, alla fine giustifica l’esasperazione di chi è senza il pane quotidiano da mesi. E delle stesse aziende che sul programma di rilancio hanno creduto e si sono impegnate, contando sui finanziamenti che ci sono da mesi e cercando di battere le tante concorrenze – specie straniere – nel principio del “presto e bene”. Un principio che nella sua applicazione – ci perdonino la franchezza Invitalia e Simoncini – forse sarà anche operato bene, ma non certo presto. Come recita il vecchio detto marinaresco, siamo all’“Avanti adagio, quasi indietro”.
Antonio Fulvi
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