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Le sette perle dell’economia del mare

Riccardo Breda

LIVORNO – Ci hanno lavorato in molti e per molto tempo: ma il rapporto che è stato presentato ieri nella Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno analizza l’economia del mare sul territorio in modo approfondito, su specifici parametri di Unioncamere e con dati aggiornati e “ragionati”. Nel presentare il documento, ricco di slides e di tabelle, il presidente Riccardo Breda ha sottolineato come il comparto meriti non solo la massima attenzione per il suo valore – siamo sui 4 miliardi all’anno di valore aggiunto globale – ma anche per l’alta incidenza delle imprese di giovani e per le prospettive.[hidepost]

Messe insieme le imprese “blu” dell’area, valgono il 46,8% dell’intera Toscana e il 3,4% delle imprese “blu” nazionali. L’area Grosseto-Livorno ha un’incidenza “blu” superiore alla media costiera nazionale (12,7% rispetto al 9% nazionale). Significativo che rispetto al 2011 le imprese “blu” sono aumentate del 4%, mentre il complesso delle imprese è diminuito per la crisi. La Blue economy registra nell’ordine e sul piano nazionale la maggiore incidenza nelle province di Rimini, Livorno, Trieste, La Spezia e Olbia. Ma Rimini è in calo mentre Livorno, come detto, cresce intorno al 4%. A Livorno ha un’alta incidenza il comparto di movimentazione merci e passeggeri via mare. A fine 2015 gli occupati del comparto sono aumentati nell’area dello 0,5% sfiorando le 28 mila unità. Alloggio e ristorazione fanno la parte del leone (44,4%) seguiti da merci e passeggeri via mare (27,2%), cantieristica (8,2%), sport e ricreativi (6,9%) e filiera ittica (6,3%).

Tra il 2014 e il 2015 si registra un calo generale dell’economia del mare sia in area Grosseto che Livorno (dal 15,5% al 12,3%) per la cessazione di un’impresa livornese nel campo delle estrazioni marine.

L’analisi delle varie filiere vede in contrazione a Livorno quella ittica (-2,9%) ma complessivamente con Grosseto e gli allevamenti siamo a un valore intorno a 85 milioni di euro all’anno. In crollo il valore delle estrazioni marine: a Livorno si è passati da 360 milioni di euro nel 2011 a soli 7 milioni nel 2015. Va precisato che si tratta più che altro di valori nominali in quanto la stessa attività ENI era prima classificata come estrazioni e adesso va sotto la voce raffinerie.

La cantieristica è calata, per la nota crisi del consumi, ma il valore per Livorno rimane intorno all‘1,4% del PIL (0,9% per Grosseto). Gli occupati diretti sono complessivamente 2.514. Movimentazione merci e passeggeri contribuisce per il 27,1% al valore dell’economia del mare nella zona, con Livorno nettamente prevalente, aumento del valore ma calo degli addetti. Alta l’incidenza di ristorazione e alloggio con 2038 imprese livornesi e 1.096 grossetane, entrambe in crescita rispetto al 2011. Gli occupati sono 13.906, in aumento. Ricerca e tutela ambientale cala come occupati (1.541) ma aumenta come valore aggiunto (93,4 milioni) e numero di imprese (78).

Molti altri dati emergono dalla lunga indagine. Riferiamo quello relativo ai giovani: Livorno è la provincia toscana con il maggior numero di imprese sulla Blu Economy, nettamente superiore anche alla media nazionale. Un buon segnale, almeno questo.

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Pubblicato il
1 Aprile 2017
Ultima modifica
6 Aprile 2017 - ora: 08:41

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