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Rete ferroviaria cargo del nord-ovest: ma serve davvero il “buco” di Genova?

ROMA – Si avvicina la data della presidenza italiana del G7 Trasporti & logistica, che ha visto già incontri propedeutici a Livorno, a Roma e a Bruxelles. E malgrado i tempi dei passaggi dalle enunciazioni ai fatti continuino ad essere eccessivi, la speranza che dal G7 di Cagliari (il 21 giugno prima riunione ufficiale del nuovo corso) emergano decisioni operative è al centro del cluster marittimo e non soltanto. Dalla riunione a Roma degli esperti dei ministri dei trasporti di Italia, Canada, Germania, Giappone, Francia, Regno Unito e Stati Uniti (più una rappresentanza della commissione Ue) è emersa più che altro una volontà politica, quella di “individuare strategie politiche atte a promuovere il valore sociale delle infrastrutture del trasporto”. Non molto, sul piano operativo. Forse andrà meglio dal 6° vertice di Taormina, il 26 e 27 maggio prossimi, anche se i temi continuano ad essere più velleitari (“riduzione delle disuguaglianze”) che non sulle scelte dei sistemi trasportistici che da anni l’Ue va indicando come prioritari.

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La speranza è che il governo italiano arrivi finalmente a decidere su alcuni nodi, sia stradali che ferroviari (specialmente) intorno ai quali continuiamo a girare da anni con proposte e progetti che assorbono risorse importanti dello Stato e creano confusione e contrasti.

E’ il caso del benedetto (o maledetto) “buco” del terzo valico, su cui Genova punta da anni per ottenere un collegamento ferroviario di alta capacità verso il nord, e che costerebbe qualcosa come cinque miliardi di euro. Guardacaso, da quando il governo centrale si è impegnato per la realizzazione della Darsena Europa a Livorno, e da quando la Regione Toscana ha avviato il collegamento diretto su ferro tra i terminal containers della Darsena Toscana alla rete nazionale, a Genova sono ripartite le pressioni per il “buco”. Ma è davvero indispensabile, e specialmente è davvero produttivo per il sistema ferroviario e la “cura del ferro” che l’Italia sta spingendo? Esaminando la mappa delle reti europee recentemente presentata al Forum di Livorno per conto della Commissione Europea (vedi immagine in prima pagina) si vede chiaramente che l’alternativa alla “diretta” a nord di Genova è la Livorno-Firenze che si collega alla dorsale Firenze-Bologna-Brennero. Con un grosso vantaggio rispetto alla Genova-Milano: ridottissimi i tempi e gli investimenti necessari, impegno già in parte svolto per alcune tratte, nessun “buco” da aprire sulle montagne; e in più la veloce attuazione del progetto “Raccordo” che con la benedizione della Ue è da tempo tra le scelte della Regione Toscana ma anche del sistema europeo.

Da rifletterci. anche perchè sarebbe inutile aver rivoluzionato il sistema dei sistemi portuali, per poi continuare a spingere (e a dividersi) su una politica dei “pollai” portuali e ferroviari nata, sviluppata e sostenuta prima della riforma. Ma ci sarà il coraggio politico di fare scelte davvero definitive?

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
29 Aprile 2017
Ultima modifica
9 Maggio 2017 - ora: 09:28

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