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Allo scoglio della Regina un parco d’alta tecnologia

LIVORNO – La cerimonia di inaugurazione della rinnovata struttura dello Scoglio della Regina, con il battesimo del giardino sul mare e dell’intera struttura a nome del compianto ammiraglio Raimondo Pollastrini, si è svolta con una partecipazione di folla come da tempo non avveniva. Complice la lunga attesa per vedere la struttura finalmente aperta: ma anche l’affetto che per molti – dal personale delle Capitanerie di mezz’Italia ai livornesi che l’avevano conosciuto – li ha legati alla memoria dello scomparso.

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Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Filippo Nogarin, dell’assessore regionale Cristina Grieco, del prefetto Anna Maria Manzone, dell’ammiraglio Vincenzo Melone comandante generale del Corpo, e dei rappresentanti del mondo accademico e scientifico, nonché dei familiari dell’ammiraglio Pollastrini: la vedova e i due figli. Bella e articolata la struttura; da vedere come sarà poi davvero utilizzata, perché sulla destinazione dei locali non sono mancate nei tempi le polemiche e le “gelosie”.

Nel suo discorso d’inaugurazione l’ammiraglio Melone ha ricordato con tocchi di calda amicizia la figura di Raimondo Pollastrini. Da parte sua il sindaco Nogarin, che con amara ironia ha ricordato come per aprire una struttura potenzialmente così importante, i cui lavori si sono conclusi due anni fa, ci sia voluta così tanto tempo e così tanta fatica. “Miracoli della burocrazia – ha detto – che come sapete bene, in questo paese è straordinariamente efficiente quando si tratta di frenare. E stiamo parlando di una struttura su cui abbiamo investito come Comune 3 milioni di euro sui 7 complessivi”.

“Oggi restituiamo ai livornesi – ha detto ancora – una porzione della loro città: questo Giardino mediterraneo che rappresenta un ponte naturale tra la terra e il mare. E non è un caso se tra pochi minuti scopriremo due opere che richiamano proprio questo rapporto profondo con il mare: la statua che ci è stata donata dal maestro Sandro Chia e la targa intitolata all’ammiraglio Raimondo Pollastrini. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti – ha continuato Nogarin – bisogna imparare a dare risposte più rapide ai bisogni dei cittadini e su questo all’interno del Comune stiamo facendo un lavoro molto puntuale che proprio questa mattina ha visto aggiungersi un tassello fondamentale. Quella macrostruttura che altro non è se non la definizione precisa della catena di comando che permette di trasformare un problema della cittadinanza in una soluzione.

Un nuovo assetto che in futuro ci permetterà di non dover più fare i conti con ritardi e lungaggini come quelle con cui si è dovuto misurare chi si è occupato del progetto “Scoglio della Regina”.

Ma torniamo a noi. Oggi formalmente inauguriamo un contenitore, ma è del tutto evidente che ciò che conta, ciò che può fare davvero la differenza, è il contenuto.

Entro un mese, i locali alla mia sinistra che poi potrete visitare, ospiteranno i laboratori allestiti dall’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna, dal consorzio di biologia marina, dal CNR, dal consorzio LAMMA e dalla Capitaneria di Porto di Livorno.

Questa è dunque una delle due gambe, insieme alla Dogana d’Acqua, su cui poggerà il nuovo “Polo della ricerca e delle alte tecnologie” di Livorno.

Parliamoci chiaro: se vogliamo sviluppare una manifattura che sia realmente competitiva sui mercati, se vogliamo attirare a Livorno un’industria di qualità, è indispensabile puntare su prodotti dall’alto valore aggiunto. E questo significa puntare sulle alte tecnologie.

L’idea è questa: dai laboratori del polo hi-tech usciranno progetti e prototipi che dovranno poi essere trasformati in prodotti di consumo e questo ci permetterà di creare una sinergia virtuosa con aziende specializzate in robotica e biorobotica e soprattutto interessate a investire nella blue e green economy.

Un salto nel futuro per una città che per troppo tempo è rimasta ancorata a un modello di sviluppo industriale ormai tramontato. In questi tre anni alla guida dell’amministrazione abbiamo assistito a continue crisi industriali e chiusure di impianti produttivi, operazioni decise da lontano davanti alle quali le istituzioni non hanno potuto fare nulla.

Se vogliamo lasciarci alle spalle la classificazione di area di crisi complessa, non possiamo trasformarci in terra di conquista per multinazionali senza scrupoli, perennemente alla ricerca di mano d’opera a basso prezzo.

Dobbiamo al contrario puntare sull’eccellenza, in modo da ritagliarci un nostro posto privilegiato. La ricerca, l’innovazione e la conoscenza rappresentano la ricetta vincente per Livorno.

Questo si che è un valore aggiunto unico che nessuno potrà portarci via”.

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Pubblicato il
14 Giugno 2017

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