Pirateria, gli attacchi calano ma si allarga l’area a rischio
LONDRA – Da qualche tempo c’è la sordina sugli attacchi dei pirati alle navi mercantili. Ma il fenomeno, sebbene ridotto, continua a impegnare e a preoccupare. L’ultimo rapporto dell’IMB (International Maritime Bureau) relativo al primo semestre 2017 riferisce di 87 attacchi contro i 97 del primo semestre 2016, con 63 abbordaggi riusciti, 12 attacchi armati, 4 sequestri e 8 attacchi sventati. Due marittimi sono stati uccisi, tre feriti e 63 presi in ostaggio. La collaborazione da poco avviata tra le forze navali di sorveglianza di Tailandia, Filippine e Indonesia ha migliorato la sicurezza dell’area, ma due settimane fa è stata sequestrata sulla rotta Singapore-Tailandia una product carrier tailandese, depredata da sei pirati di 1500 tonnellate di gasolio.
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I somali continuano ad essere una minaccia, anche se il controllo delle forze di sicurezza sta funzionando. I pirati del corno d’Africa hanno attaccato 7 navi nel semestre, spingendosi molto lontano dalla costa, probabilmente con l’ausilio di navi-madri camuffate da pescherecci. Anche nel golfo di Guinea ci sono stati attacchi, quasi sempre “mordi e fuggi” con la rapina degli equipaggi delle navi alla fonda, o il prelievo forzoso di parte del carico, per questa zona in particolare, secondo l’IMB c’è la diffusa sensazione che gli armatori tendano a non denunciare gli episodi minori, per non vedersi aumentare i premi di assicurazione, che sono diventati davvero importanti. Ocean Beyond Piracy, riferisce in un suo Primo Piano Confitarma, ha proposto con IMB un progetto denominato “Community of reporting” per incoraggiare gli armatori a condividere i rapporti su pirateria e rapine.
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