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Consorzio Nautico Livorno tanti i problemi all’assemblea

Piero Mantellassi

LIVORNO – Presso la sala conferenze della Circoscrizione 1 del quartiere Corea si è svolta la tradizionale assemblea ordinaria del Consorzio Nautico di Livorno. Un momento d’incontro a cadenza annuale tanto necessario quanto proficuo, per procedere in primis con l’approvazione dei bilanci d’esercizio. Nel caso di entrambi, sia per quanto concerne quello consuntivo relativo all’attività condotta nel corso dell’anno solare 2016, sia quello preventivo che fa riferimento alle entrate e uscite previste per il 2017 tuttora in corso, si è incassata l’approvazione all’unanimità con votazione per alzata di mano da parte della folta platea intervenuta in rappresentanza dei circa sessanta circoli nautici consorziati.

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Tanti gli argomenti inseriti all’ordine del giorno e quindi affrontati dal presidente Piero Mantellassi al fianco dei componenti del consiglio direttivo. Fortemente sostenuta la necessità di rimettere mano da parte dell’Ente Parco San Rossore al nuovo regolamento per l’Area Marina Protetta Secche della Meloria. Contestata anche la poco logica chiusura e apertura del ponte mobile che unisce la Fortezza Vecchia alla terraferma. Altra ‘patata bollente’ la nota di questi giorni dall’Autorità Portuale con la quale si avverte di un possibile mancato rinnovo della concessione per tutti quei circoli rei di essere tuttora insolventi in riferimento al pagamento del presunto servizio di pulizia degli scalandroni e degli specchi acquei. Una richiesta quest’ultima ritenuta dal Consorzio completamente illegittima e contro la quale lo stesso si era già opposto in sede legale, facendo ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Altro tema trattato: i progressi compiuti dal Consorzio sul fronte del pur lento e complicato percorso politico, burocratico e progettuale che dovrebbe condurre alla costruzione dell’agognato punto di ormeggio in zona Bellana.

Sul regolamento della Meloria da rivedere il presidente Mantellassi ha sottolineato: “Innanzitutto, si è illustrato il lavoro ‘diplomatico’ portato avanti in questi mesi dal Consorzio per arrivare a modificare il Regolamento stilato dal gestore Parco San Rossore per accedere all’Area Marina Protetta Secche della Meloria. Una normativa che risulta farraginosa e spesso inutilmente capziosa per i residenti dei comuni di Livorno, Pisa e Collesalvetti. Un vero paradosso, specie rispetto alla precedente apertura che pareva determinata dal Decreto Ministeriale istitutivo: per accedere alla Meloria anche a questi sarebbe infatti richiesto il pagamento di una tassa, pur minima, giustificando tale richiesta in base alla presunta sostenibilità economica per sostenere i relativi oneri di segreteria.”

Nel recente incontro con il sindaco Filippo Nogarin, accompagnato per l’occasione dall’assessore Aurigi, “il Consorzio ha già avuto occasione di chiedere supporto al Comune di Livorno. Il sindaco ha fornito la piena disponibilità, incaricando l’assessore con delega all’ambiente Giuseppe Vece di seguire la vicenda. Nel successivo incontro con Vece è stato perciò concordato l’obiettivo di giungere velocemente a un accordo di massima con il Parco che lasci invariata la situazione anche per quanto riguarda l’anno in corso, in attesa di modifiche più sostanziali da apportare nel prossimo futuro. La riunione con le controparti è fissata per il primo agosto.”

Per quanto concerne le criticità derivanti dal ponte mobile d’accesso pedonale alla Fortezza Vecchia “abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con i rappresentanti della Capitaneria di Porto – ha riferito Mantellassi – e la stessa autorità responsabile della sicurezza della navigazione si sta quindi facendo promotrice di un incontro con le delegazioni di Comune e Autorità Portuale, al fine di meglio regolare gli orari di apertura e chiusura dello stesso manufatto. Questo ponte rappresenta invece nel concreto un inutile orpello, un ostacolo per chi percorre le vie d’acqua in entrata e uscita dal circuito dei Fossi Medicei. Non soltanto quindi le barche dei privati ma ad esempio anche i battelli che trasportano i turisti.

Animi accesi quando è stato affrontato il problema del sostanziale ‘ricatto’ formalizzato dall’Autorità Portuale nei confronti dei circoli nautici che si sono opposti sinora al pagamento del presunto servizio di pulizia portato avanti per mezzo dell’appalto assegnato al tris di aziende Aamps, Labromare e Lonzi Metalli. “Da Palazzo Rosciano infatti si vorrebbe far ricadere sulle spalle dei diportisti il costo della liberazione delle erbacce dai muri dei fossi e dagli scalandroni, oltre che la rimozione della spazzatura che puntualmente galleggia inquinando gli specchi acquei – si è scaldato Mantellassi – Notoriamente i muri e gli scalandroni non sono in concessione costituendo patrimonio pubblico al pari di strade e marciapiedi. Proprio a causa di tale natura, devono essere lasciati liberi e fruibili a disposizione di tutti i cittadini, mentre è necessario che siano liberati dalle erbe infestanti pena il rischio di cedimento (come a suo tempo già avvenne ad esempio all’altezza degli scali degli Olandesi).”

Perciò il Consorzio, corroborato nella propria posizione dai pareri forniti da soci illustri nonché professionisti di fama comprovata come il professor Gianluca Conti già presidente dello Yacht Club e dall’avvocato Silverio Badalassi, numero uno del CICASUB Guido Garibaldi, ritiene di poter rispondere a tono. Il Consorzio ritiene che l’Autorità Portuale debba ritirare la raccomandata che sta inviando a tutti i Circoli, questo anche alla luce del fatto che risulta tuttora pendente al TAR un precedente ricorso in proposito. I circoli e i diportisti non possono essere ritenuti responsabili della presenza di erbe infestanti sui muri e sugli scalandroni poiché tutto ciò prescinde dall’ormeggio delle nostre barche. Nemmeno gli stessi possono essere ritenuti responsabili della sporcizia derivante dall’abbandono di bottiglie e lattine che la mattina, dopo ogni bivacco notturno, puntualmente si trovano a galla ben visibili nelle acque dei Fossi. Meno che mai dei mozziconi di sigaretta gettati dall’alto dei marciapiedi sui tendalini delle barche, una cattiva abitudine tanto odiosa quanto pericolosa per il rischio di potenziali incendi.”

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Pubblicato il
22 Luglio 2017

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