La Cina “compra” porti nell’Ue investendo miliardi per la sua “Belt”
GENOVA – Vado Ligure è ormai “cinese” per una forte percentuale d’azionariato. Trieste è l’altro grande porto italiano sul quale il mega-piano della “Via della seta” in corso d’opera dalla Cina punta con forza. Ma se Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema triestina, vede l’impegno cinese come una grande opportunità, Paolo Signorini, presidente dell’Autorità che fa capo a Genova, è invece molto prudente. Lo ha dichiarato a “Il Sole-24 Ore” , il quotidiano della Confindustria, che due giorni fa ha dedicato alla BRI (Belt & Road Initiative) una intera pagina. Secondo Signorini, la BRI è nel mirino dell’Unione Europea ufficialmente perché non risponderebbe ai canoni della libera competizione nei trasporti e sulla sicurezza dei lavoratori: ma nella realtà perché punta a spostare il fulcro dei traffici tra Cina ed Europa sui porti del sud, Mediterraneo in particolare, togliendo a quelli del Nord Europa importanti componenti del “trade”.
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Che la tradizionale prevalenza dei porti del Nord Europa nelle rotte intercontinentali stia perdendo quote lo dimostra il raffronto tra le percentuali del 2008 e quelle del 2016. Nel primo dei casi il Nord Europa aveva il 47% dei traffico contro il 35% del Mediterraneo. L’anno scorso il Nord Europa è calato al 41° e il Mediterraneo s’è aggiudicato il 40%.
La strategia della Cina dello shipping punta proprio sul “ventre molle” dell’Europa con la sua Belt & Road Initiative. Gli investimenti milionari sul porto del Pireo sono stati il primo indicatore. Ma oggi i grandi network cinesi hanno messo il cappello anche su Haifa, Ashdod, Ambarli, Vado Ligure, Bilbao e Valencia e stanno puntando alla “free zone” di Trieste con grandi progetti di insediamento anche manifatturiero. Da qui il giudizio positivo di Zeno D’Agostino, pragmatico e intelligente, che ha visto una ulteriore possibilità per il suo sistema portuale.
Protagonisti dell’espansione cinese nei porti del Mediterraneo sono principalmente Cosco, Shanghai International Investments, China Harbours, China Marchants Holding. Ma altre importanti realtà economiche si stanno muovendo, forti di enormi capitali liquidi. E’ il caso di China Railway International, che si è fatta viva a Livorno interessandosi al progetto della Darsena Europa. Siamo, in sostanza, all’inizio di una nuova epoca, che vede protagonisti non più solo i grandi gruppi armatoriali, ma anche la grande finanza, consapevole che il commercio mondiale sarà il business di domani, o forse, già di quello di oggi.
A.F.
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