Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Tira il mercato delle auto nuove e aumenta la gara per gli sbarchi

LIVORNO – La ripresa del mercato dell’automobile, in Europa ma in particolare in Italia, sta confermando l’importanza dei traffici marittimi con le car-carrier per quei porti, come Livorno, che si sono specializzati nell’import ma anche nell’export di vetture. Con alcune varianti significative sulle metodologie operative: prima di tutte, la ricerca delle economie anche nelle semplici operazioni di sbarco e di avvio delle auto alle destinazioni commerciali, puntando a ridurre al minimo le “rotture di carico”. E’ uno dei motivi per cui gli autoporti come il Faldo, un tempo vera e propria miniera d’oro della Compagnia portuali e del socio Koelliker, da tempo è in vendita, ma non ha ancora spuntato una soluzione.

[hidepost]

In compenso vengono utilizzate le aree più disparate all’immediata periferia del porto, dove i costi di permanenza sono minori o quasi nulli. La distesa di vetture in Paduletta, proprio alle spalle della sponda est della Darsena Toscana dove sbarcano le car-carrier (specie di Grimaldi ma non solo) è una significativa conferma. Sta anche prendendo piede, a Livorno ma anche in altri porti, la spedizione su ferrovia, con appositi treni blocco capaci di smaltire in un solo colpo centinaia di autovetture senza intasare le autostrade e con costi unitari inferiori rispetto all’utilizzo delle consuete bisarche.

Se Livorno continua a tenere bene sul mercato, non mancano però i concorrenti in crescita. Civitavecchia, Savona, la stessa Gioia Tauro hanno puntato e continuano a puntare su un business che nelle grandi quantità è certamente remunerativo. Il problema per molti porti è che lo sbarco delle auto nuove richiede grandi spazi aperti, un limite comune a molti degli scali italiani circondati dalle città. Tanto che la nascita del Faldo a Livorno, e lo stesso utilizzo dell’Interporto Vespucci di Guasticce da alcuni storici importatori livornesi, si giustificano proprio con la disponibilità di aree che altrove non c’è.

Nel riassetto generale della portualità italiana, che lo strumento istituito presso il MIT per coordinare sviluppo e investimenti del “sistema” ha appena avviato, anche il tema dei traffici delle auto nuove dovrà essere affrontato. Al momento, ciascuno fa per sé e spesso non mancano i colpi bassi tra porti, come si è visto nella competizione per spedire dall’Italia le Maserati verso gli Usa. Ma è probabile che si voglia intervenire anche nel comparto, con l’obiettivo di alleggerire le autostrade e gli “ultimo miglio” dei porti dalle bisarche come si sta tentando di fare grazie alle ferrovie con i containers.

[/hidepost]

Pubblicato il
26 Agosto 2017

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio