Pensioni e demografia in uno studio della Camera di Commercio costiera
LIVORNO – L’economia della costa toscana, analizzata dal centro studi della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, continua ad avere luci ed ombre anche se la più pesante recessione degli ultimi cinquant’anni sembra finalmente avviata ad attenuarsi. Ne hanno parlato, in un incontro con la stampa, il presidente Riccardo Breda e il responsabile del gruppo di lavoro del suo centro studi Mauro Schiano, presentando un voluminoso dossier statistiche che ha riguardato anche l’andamento demografico dell’area. Tema dello studio, il sistema pensionistico, il suo sviluppo, l’incidenza che ha sul valore aggiunto. Risultato, sottolineato sia da Breda che da Stiano e dal direttore generale Pierluigi Giuntoli: la demografia con saldo negativo, il ridotto numero delle nascite e il sempre maggior peso delle pensioni su un numero esiguo di lavoratori configurano da qui a vent’anni un futuro pesante per i giovani.
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Il ponderoso studio, (dati 2015) dovuto oltre che a Schiano anche a Raffaella Antonini e a Federico Doretti, ha analizzato in particolare il sistema pensionistico livornese. La legge Fornero ha ridotto le pensioni, che sono state riportate in linea con la media Toscana: ma siamo sempre nettamente sopra la media Italia. Dalle pensioni arriva il 23,8% del valore aggiunto provinciale (in Toscana il 19,6%, in Italia il 19%). Le pensioni delle donne sono leggermente in maggioranza rispetto agli uomini, ma il loro valore medio è solo di due terzi.
Cogliendo qualche altro dato significativo sulla cinquantina tra tabelle e grafici, si evince che ogni 10 occupati due anni fa c’erano 7 pensionati, in totale 96.380 pensionati. Impressionante il numero dei senza reddito: 107.369, il 31,8% della popolazione, contro la media toscana del 30,2%. La categoria comprende anche gli studenti in età scolare, ma è sempre rilevante. Il reddito medio annuo delle pensioni nella provincia è più elevato di quello regionale e di quello nazionale: una pensione media livornese è di 19.561 euro contro i 18.299 della Toscana e i 17.323 della pensione media in Italia.
Al gennaio 2017 c’erano 102.025 pensioni del settore privato, in calo dello 0,5 rispetto al 2016 (-1% in Toscana, -0,6% in Italia). Il valore delle pensioni degli autonomi (coltivatori diretti, artigiani, commercianti) incide per meno della media regionale, solo il 24,2% sul totale pensioni. I lavoratori dipendenti sono i più rappresentati nelle pensioni e il loro importo medio risulta il più elevato rispetto agli autonomi: la differenza supera i 500 euro mensili. Più alta della media, in numero e importo, la pensione degli ex dipendenti pubblici. Livorno va perdendo abitanti (-0,18%) più delle medie sia nazionale che regionale. Le famiglie sono 156 mila con un tasso medio di componenti di soli 2,15, nettamente inferiore a quello regionale e nazionale. Tradotto: i livornesi fanno meno figli (tasso di crescita -5,64%) e sono sempre più anziani, per cui il tasso di mortalità è più elevato (12,17%). Altro dato: gli stranieri nel 2016 sono quasi raddoppiati rispetto al 2015 (sono circa 27 mila). In tutti i comuni livornesi c’è un calo di popolazione, salvo sei (ma tra questi solo Campo nell’Elba ha un aumento consistente, +1,5%). Sassetta ha il record negativo –2,14%, che per gli stranieri diventa -12,4%. Una curiosità: Capraia isola ha 90 pensionati che detengono il record delle pensioni più ricche. Ma è un’aberrazione solo statistica perché su un così ridotto numero di pensionati bastano un paio di pensioni più alte per far sballare i dati. Succede lo stesso su alcuni comuni elbani e su Porto Santo Stefano dove vivono molti pensionati delle grandi compagnie di navigazione. Come a dire: il mare qualche volta è generoso, almeno con i vecchi che lascia in vita.
A.F.
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