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Uscire dalle “partecipate” e aprire Piombino alle auto

Stefano Corsini

PIOMBINO – Eppur si muove, come avrebbe detto Galileo Galilei all’Inquisizione. L’Autorità di sistema portuale del Tirreno settentrionale presieduta dall’ingegner Stefano Corsini ha avuto forse un’isteresi lenta, ma sta cominciando a correre. Completato il comitato di gestione, rinominato il segretario generale Massimo Provinciali, Corsini ha avviato la riorganizzazione dell’organico e due giorni fa era a Piombino per un primo importante summit sul secondo scalo del sistema. L’abbiamo intervistato anche su altri temi del sistema.

Presidente, Piombino soffre il dramma delle acciaierie, ma ha prospettive importanti per il porto…

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Piombino ha un grosso vantaggio rispetto a molti altri scali italiani: dietro alle banchine, alcune delle quali con fondali record, ha spazi enormi che consentono di pianificare traffici altrove impossibili. Stiamo lavorando in questa direzione.

Per esempio, presidente?

Sono convinto che il porto possa essere complementare a quello di Livorno anche per i traffici delle auto nuove con le grandi car-carry, che nello scalo labronico hanno ormai saturato tutti gli spazi disponibili. Dobbiamo attrezzarci rapidamente perché altri porti, anche sul Tirreno, stanno puntando a questo importante settore.

Il problema per Piombino è l’imbuto stradale di ingresso e uscita dal porto. Non può condizionare un traffico ad alta intensità come quello delle auto?

Non c’è solo la modalità su gomma per far proseguire le auto sbarcate, c’è anche quella su ferro. E Piombino, come del resto Livorno, ha un buon collegamento ferroviario con la rete che può diventare prezioso proprio per questo tipo di traffico. Per la parte stradale, in attesa della 389 che deve aspettare il CIPE, stiamo per appaltare i lavori della bretella di penetrazione, che potrà dare una grossa mano.

Dunque avete avviato un progetto che sembra assai avanzato. E le prossime mosse per il “sistema”?

C’è molto da fare e il suo giornale l’ha spesso sottolineato. Intanto stiamo per partire, forse già da questa settimana con la nuova gara per la Darsena Europa. Gli uffici hanno terminato proprio in queste ore la stesura del nuovo testo in stretto rapporto con la Regione. Poi c’è la definizione del nuovo organico: abbiamo avviato la ricognizione sui due porti, lavoreremo con il sindacato e le rappresentanze interne, conto di avere una soluzione operativa entro la fine dell’anno. Poi…

Poi presidente, se ci è permesso ricordarglielo, vanno definiti anche incarichi e relazioni con le partecipate. I tanti compiti del segretario generale…

Il segretario generale farà il segretario generale, ha tanto da lavorare in questo ruolo. E per quanto riguarda le partecipate, abbiamo preparato la relazione che ci è stata richiesta dal ministero, come a tutti i sistemi portuali. Ritengo che usciremo da quasi tutte, come del resto chiede Roma, salvo l’interporto “Vespucci”  che è strategico come retroporto. Dobbiamo concentrarci sul “core business” dei nostri porti: tante partecipazioni hanno esaurito il loro compito e le società possono continuare a volare con le proprie ali.

Giusto criterio: ma per esempio?

Mi vengono in mente, sia chiaro con necessità di verifica, l’Alp, la Porto 2000 per la parte in via di privatizzazione, la società della security a Piombino e altre di minore impatto.

Quando verranno messe a punto queste strategie?

E’ previsto un comitato di gestione a metà ottobre e già allora alcune di queste linee di crescita del sistema saranno ufficializzate.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
27 Settembre 2017
Ultima modifica
3 Ottobre 2017 - ora: 15:41

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