Livorno, pronto il progetto della Darsena Europa
LIVORNO – Si gioca tra Livorno e Firenze, con una supervisione che arriva anche da Civitavecchia, la definizione dell’importante progetto della Darsena Europa che ribalterà verso il mare aperto l’attuale doppio terminal dei containers della ormai insufficiente Darsena Toscana. La previsione è che sulla Darsena Europa si allocheranno sia l’attuale Tdt sia il terminal Lorenzini, di cui è socio il colosso Msc del gruppo Aponte.
Il progetto della Darsena Europa, che dovrebbe essere presentato ufficialmente la prossima settimana al rientro di Corsini dalla Sardegna, nasce da un brain-storm che sembra avere tre autori principali: il presidente dell’Autorità di sistema del Tirreno settentrionale Stefano Corsini, il dirigente (ff) della stessa AdSP Claudio Vanni e Roberta Macii, voluta sia dal governatore della Toscana Enrico Rossi sia dallo stesso Corsini nel team di progettazione. La partecipazione della dottoressa Macii ai lavori per la Darsena Europa è stata – riferiscono fonti interne di palazzo Rosciano – non solo continua e costante, ma anche determinante, sulla base di quello che è sembrato a molti un mandato fiduciario Urbi et Orbi proprio di Rossi, tanto che continuano ad essere in molti a ipotizzare un futuro (quanto futuro?) passaggio di Roberta Macii dalla segreteria dell’Authority di Civitavecchia a quella di Livorno.
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Arriva nei prossimi giorni anche la definitiva approvazione del piano operativo per togliere il relitto della navetta oceanografica “Urania” dal bacino galleggiante in avamporto. Il presidente Corsini ha ricevuto i dettagli operativi dell’operazione elaborati su impegno del cantiere Benetti, che è tutt’ora responsabile della gestione del bacino. La navetta sarà caricata su un apposito carrello “milleruote” e trainata, dopo il suo raddrizzamento con martinetti idraulici, sul piazzare del cantiere. L’operazione non presenta particolari difficoltà tecniche ma è stata più volte ritardata dai problemi legati all’assicurazione e a chi dovrà sopportare i suoi costi. Da definire anche nei prossimi giorni la destinazione del relitto: se avviato alla demolizione e dove. Una volta tolto il relitto, il bacino porrà essere definitivamente riparato e rimesso in funzione: facendo ripartire anche la gara per la sua gestione e per quella dell’altro relitto, il superbacino in muratura da anni sostanzialmente trasformato in darsena aperta.
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Vigilia di inizio del grande dragaggio della bocca sud dell’avamporto di Livorno, che dovrebbe togliere un quantitativo vicino ai 400 mila metri cubi di detriti, fango e “panchina” per allargare il canale d’ingresso e d’uscita a 13 metri. La gara è stata vinta, con delibera firmata dal segretario generale Provinciali il 27 luglio scorso, dal raggruppamento temporaneo d’imprese Sidra e Sales per un importo complessivo di circa 8 milioni di euro. Il materiale dell’escavo andrà in vasca di colmata n. 2 che dovrebbe a questo punto esaurire la propria portata, in vista del consolidamento che sarà alla base della futura, sospirata Darsena Europa.
I lavori di dragaggio, che dovevano iniziare quest’estate, furono rinviati all’autunno per non creare problemi alla stagione balneare. Sono stati modificati anche i parametri tecnici. Inizialmente era previsto che la draga alla bocca sud spingesse i materiali attraverso un lungo tubo piazzato a fianco della diga curvilinea fino alla vasca di colmata. E’ stata poi accettata la variante proposta dai vincitori della gara, che prevede l’utilizzo di una draga autopropulsa che andrà di volta in volta a depositare il materiale nel sito.
L’inizio concreto delle operazioni di dragaggio è slittato ancora una volta perché manca – malgrado sia stato chiesto da tempo – il nulla osta del ministero competente a rilasciare l’autorizzazione sull’avvenuta bonifica dagli ordigni residuati bellici. Uno dei mille adempimenti che, concettualmente corretti, portano via però tempi infiniti.
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Nel porto labronico si sta profilando uno scontro importante sulle aree della Paduletta di proprietà della Spil (Società porto industriale) di cui il Comune è il principale azionista. La gara varata dal Comune stesso con lo scorporo della gestione logistica di quelle aree – e di altre – è stata già rinviata una volta, ma come noto è oggi oggetto di un ricorso al Tar della Toscana da parte della Cilp, che ha ritenuto la gara stessa viziata in particolari che possono essere lesivi per il contratto che la Cilp ha fino al 2028 per le aree e i magazzini in loco (recentemente oggetto anche di importanti investimenti). Il Tar ha respinto due giorni fa la richiesta di sospensiva della gara, riservandosi di entrare nel merito in una seduta di metà ottobre. C’è in Cilp il sospetto che l’intera operazione sia di supporto alla richiesta avanzata dalla società creata da Federico Barbera e Andrea Palumbo di allocare un nuovo terminal “multipurpose” sulla parte terminale della sponda Est della Darsena Toscana, con proiezione proprio sulle aree di Paduletta: una richiesta al momento congelata dall’Autorità portuale di sistema anche perché antagonista della prospettata delocalizzazione del Terminal Calata Orlando sulla stessa banchina e sulle aree aggettanti. E proprio intorno alle aree di Paduletta e alla gara della Spil si profila uno dei più importanti scontri tra operatori del porto labronico; scontro che potrebbe coinvolgere anche alcuni dei traffici “storici” gestiti da Cilp e dalla Compagnia portuali, come quelli delle auto e della cellulosa.
Intanto sono state formalmente ammesse alla gara due sole società: quella di Barbera e Palumbo e quella di Spinelli.
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