Tempo per la lettura: 2 minuti

“Nautica Italiana” rilancia Viareggio per valorizzare l’offerta d’eccellenza

Matteo Italo Ratti

VIAREGGIO – La nautica, le speranze e le prospettive per la prossima stagione 2018. Ne parliamo con Matteo Italo Ratti, AD e direttore del Marina Cala de’ Medici ma anche membro del nucleo operativo di “Nautica Italiana”, componente della commissione che sta operando con la VIII commissione al Senato per le nuove normative, fondatore anche di “Marinas Consulting Project” sui trasferimenti tecnologici e le ristrutturazioni del comparto. Ed altro.

Ratti è un entusiasta: del mare, della nautica, della vela, ma anche del suo mestiere di manager e di organizzatore: ha rivoltato il “marina” Cala de’ Medici, che al suo arrivo non aveva una identità definita e stentava, facendone uno dei punti di eccellenza del settore non solo della Toscana ma dell’intero Tirreno. Ora crede in una missione successiva; fare della costa Toscana un richiamo di eccellenza in linea con quella del suo porto per la grande e media nautica, attraverso un “sistema” di porti che non si facciano la guerra per un posto da vendere, ma creino un’offerta comune, strutturata e di qualità. Come?

[hidepost]

– “Il primo importante passaggio sarà quello di partecipare al VIR, la prossima edizione del salone nautico di Viareggio nella seconda settimana di maggio – risponde Ratti – con una comune visione e un comune programma. Ci stiamo lavorando, ma la missione è fondamentalmente in mano a Navigo,  e quindi alla regione Toscana.”. L’anno scorso l’edizione “zero” della mostra di Viareggio fu l’espressione di “Nautica Italiana” e della Fiera di Milano, senza altri importanti supporti. Quest’anno ci sarà la riprova che la rassegna è importante ed ha i suoi spazi.

– “Del resto oggi è diventato evidente – continua Ratti – che tutto il comparto deve lavorare non solo non facendosi la guerra tra associazioni, ma collaborando in un profilo di differenziazione e specializzazione, così come richiede il mercato. Le problematiche delle grandi imbarcazioni da diporto – ricorda Ratti – non sempre coincidono con quelle dei gommoni o dei gozzi; ed è quindi utile che siano affrontate su tavoli specializzati. E’ quanto ha scritto nella sua recente lettera il nostro presidente Taccoli, con considerazioni che condivido totalmente.” Da parte sua “Nautica Italiana” è ormai una realtà consolidata non solo per il numero delle iscrizioni, che hanno superato i 110 soci, ma anche per l’essere consultata da parte del governo e delle organizzazioni internazionali in pari dignità con Ucina.

La necessità di collaborare nella differenziazione è emersa anche dai rapporti con il governo, ricorda Ratti. “L’onorevole Ivan Scalfarotto, come sottosegretario allo sviluppo economico, ha giustamente richiamato le nostre associazioni a lavorare insieme, condizionando i contributi del governo alle manifestazioni proprio a questa operatività specializzata e di comune accordo. Una visione che condividiamo”. Tanto che all’ultimo salone di Genova, che peraltro aveva ancora dolorosi vuoti, quasi tutti gli iscritti di “Nautica italiana” hanno partecipato. “Perché è il mercato che deve comandare – conclude Ratti – e dobbiamo tutti lavorare perché il mercato italiano trovi risposte di eccellenza, sia nei “marina”, sia nelle aziende, sia nelle nostre manifestazioni”.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
11 Ottobre 2017

Potrebbe interessarti

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora

Se rullano tamburi di guerra

Facciamo così: se avete voglia di ripassare con me un po’ di pillole di storia, che possono insegnarci qualcosa sull’attuale preoccupante rullo di tamburi di guerra, provo a pescare nella memoria.   Le spese per rinforzare...

Leggi ancora