Foce del Calambrone Rossi studia soluzioni
FIRENZE – E’ un tema che sembra svilupparsi sottotraccia, con poca pubblicità specialmente nella zona tra Livorno e Pisa che è territorialmente più interessata: eppure gli assetti della parte terminale del Canale dei Navicelli e dello Scolmatore dell’Arno stanno al centro di un dibattito che ha in primo piano la Regione Toscana, con il diretto interessamento del suo presidente Enrico Rossi. E con tutta una serie di proposte che potrebbero portare a una sostanziale trasformazione dell’intero sistema di acque interne e di sbocco sul porto.
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Si parte da un progetto che riguarda la base logistica Usa di Camp Darby, presentato alla Regione Toscana e alle autorità del territorio. Gli scenari internazionali sul Mediterraneo impongono alla base Usa di potenziare le sue capacità ricettive e specialmente l’accesso dal mare delle navi con i supply, ovvero i ricambi del parco mezzi. Oggi attraverso il Canale dei Navicelli la base è raggiungibile solo con chiatte o piccole imbarcazioni, ma il progetto prevede la creazione di una banchina dedicata, il potenziamento delle strutture ricettive e ulteriori interventi sui piazzali e sui depositi. Non poca roba, visto che è previsto un investimento negli anni di 40 milioni di dollari. Se ne sta discutendo tra Firenze e Pisa, con ovvi riflessi anche per l’accessibilità della foce del Calambrone e della sospirata “tombatura”dell’attuale sito delle porte vinciane verso la Darsena Toscana. Con il completamento dei due pennelli foranei alla foce, e il previsto dragaggio della stessa a 3,5 metri di profondità, l’accesso diretto al Canale dei Navicelli potrà avvenire dal mare quando sarà risolto il problema del ponte stradale verso Tirrenia sul canale. E proprio su quest’ultimo argomento c’è stato di recente un incontro a Firenze tra il presidente Rossi e il presidente della Spedimar di Livorno, il noto agente marittimo Enrico Bonistalli. Invitato da Rossi dopo avergli presentato una sua soluzione alternativa al ponte levatoio del Calambrone – tempo fa abbiamo presentato il progetto su queste colonne – Enrico Bonistalli ha illustrato i vantaggi, anche sul piano della spesa, che deriverebbero dal creare uno scavalco sopraelevato alla stessa altezza del viadotto dell’autostrada – con una luce di 10,90 metri sul pelo dell’acqua – assicurando un flusso continuo delle auto da e verso Tirrenia: cosa che il ponte levatoio non garantirebbe, creando anzi forti problemi di code e intasamenti specie d’estate. La soluzione Bonistalli eliminerebbe dunque definitivamente l’attuale ponte sulla foce spostando più all’interno, all’altezza della Toscopetrol, il viadotto alternativo, che si avvarrebbe del punto di partenza già sopraelevato.
Sembra che Rossi stia esaminando la proposta con interesse anche perché va riconosciuto al presidente della Regione un impegno tutto personale per risolvere tanti dei problemi che da anni condizionano l’espansione del porto: i collegamenti ferroviari cargo, le porte vinciane nuove e la loro gestione, la regimentazione della foce dello Scolmatore, la stessa piattaforma Europa, il tombamento del canale verso la Darsena Toscana, lo scavalco verso l’Interporto Vespucci ed altro. Con una visione strategica-logistica che gli va riconosciuta in pieno malgrado qualche spiacevole “intemerata” caratteriale.
Antonio Fulvi
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