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Eutanasia del “Terzo Valico?”

TRENTO – Dalla profusione di convegni di questi giorni – ne abbiamo già scritto – emergono spesso indicazioni contraddittorie sulla logistica a seconda della “location” e anche delle istituzioni che li organizzano. Nihil sub sole novum, era già scritto nell’Ecclesiaste. E in attesa delle tante volte promessa pianificazione nazionale, bisogna prendere quello che ci passa il convento.

Così anche dall’importante assise di Trento, della quale riferiamo per la seconda volta in pochi giorni. Per Ram, Ennio Cascetta ha fatto un’analisi molto concreta e realistica. Eccone il cuore: “Tra 2014 e 2016 il Pil è aumento del +2%, il trasporto merci aumenta 3-4 volte in più rispetto all’economia generale. Per connettere l’Italia bisogna superare la barriera delle Alpi. Il trasporto merci transalpino vale 150-160 milioni di tonnellate all’anno.

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Sull’asse del Brennero la ferrovia cresce come la strada ma non ha ancora guadagnato quote di mercato, anzi dal 2010 le sta perdendo. Il Brennero è il primo valico ed è il più importante legame tra il nostro Paese e l’Europa ma è cambiata la composizione del traffico, servono treni più lunghi e più alti e questa è una scelta epocale. Il Tunnel del Brennero è un’opera ferroviaria gigantesca, sono previste decine di chilometri di gallerie. Si tratta di un’opera utile che serve e giustifica la quantità di risorse investite se però è parte di un sistema, ossia se si possono raggiungere i porti, i centri intermodali e se le strade sono connesse. Il Brennero fa parte del corridoio che parte dalla Scandinavia e arriva a Malta, ha 150 anni, come il Frejus e il valico dei Giovi. Si tratta di un sistema costruito nella seconda metà dell’ottocento e ci consente ancora di scambiare merci e trasportare passeggeri in Europa. Oggi stiamo facendo la stessa cosa su tutti i valichi alpini ferroviari – ha sottolineato ancora Cascetta -, mentre nel dopoguerra sono stati fatti interventi sui valichi stradali”.

Analisi, come si vede, a largo spettro. Ma quello che è emerso al di là degli interventi ufficiali è che dal Brennero la necessità di collegarsi ai porti con il “ferro” può e deve seguire la strada più veloce, anche in termini di realizzazione degli interventi, tra quelle ipotizzate. Domanda: visto che per l’Alto e Medio Tirreno si stanno adeguando gallerie e rami ferroviari della direttissima Brennero-Bologna-Firenze all’“alta capacità”, e visto che la Regione Toscana ma le stesse FS puntano su un veloce adeguamento cargo anche della Firenze-Livorno, è ancora utile e produttivo, oppure solo demagogico, insistere sul terzo valico per Genova? La domanda se l’era già posta a suo tempo Confetra, sia pure con qualche sordina. Ora è il momento di chiederne ragione, Ministro Delrio, se ci sei batti un colpo!!!

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
20 Dicembre 2017

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