Industria e Impresa 4.0 workshop al Vespucci
COLLESALVETTI – Industria 4.0, impresa 4.0: due sigle che ancora per molti hanno il significato di una cabala, o quasi. Comprensibile che due giorni fa all’interporto Vespucci di Guasticce un workshop tecnico-programmatico tra istituzioni ed esperti abbia affrontato in termini concreti dove si può e si deve puntare per dare un senso ai progetti di crescita e sviluppo di impresa e industria puntando ai processi di digitalizzazione in divenire. Obiettivo dichiarato: puntare a una Silicon Valley all’italiana.
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A fare il punto nel workshop del Vespucci c’erano gli esperti dello stesso Interporto, della Cna, di Confindustria Livorno-Carrara, della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno e dell’istituto tecnico Galilei di Livorno. L’università di Pisa con il professor Marcello Braglia, presidente del consorzio interuniversitario di ingegneria della qualità e dell’innovazione, ha tracciato le linee dei principi fondanti e degli aspetti logistico-produttivi. Sono arrivati contributi della Regione Toscana (assessore Simoncini), del centro Piaggio (Daniele Mazzei), diella Camera di Commercio (Pierluigi Giuntoli), di Simone Genovesi (Confindistria) di Ilaria Niccolini (Cna). Gli obiettivi concreti emersi dal dibattito e già delineati in una specie di programma ideale sono francamente molto impegnativi. Comportano l’insediamento di spin-off accademici e start-up imnovative con tutoraggi, sale prove, incontri. Proposti supporti di promozione a una politica industriale dedicata alla logistica digitale; poi ancora sviluppo delle piattaforme locali tra cui la “Tuscany Port Community System” dell’Autorità portuale per la quale vene proposto un protocollo d’intesa con Confindustria; e molto altro ancora.
Molto tecnico, molto specifico, ma anche assai poco partecipato – almeno secondo le speranze – il workshop al Vespucci ha comunque posto a confronto le realtà produttive private con i programmi regionali e locali sullo sviluppo della digitalizzazione per le imprese e per gli enti pubblici. Siamo, nella sostanza, all’inizio di un cammino: che si presenta abbastanza lungo ma può offrire possibilità concrete d‘impegno e anche di “invenzione” specie per i giovani.
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