Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Moby Prince, l’ultima verità

ROMA – E allora la nebbia non ci fu, i soccorsi arrivarono in ritardo e forse se tempestivi avrebbero salvato un pò di gente, la petroliera Agip Abruzzo era fuori dall’area d’ancoraggio consentita, l’inchiesta del tribunale di Livorno fu lacunosa e con molti punti oscuri. Queste le conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta, presentate mercoledì alla stampa e ai famigliari delle vittime, convenuti a Roma con il sindaco di Livorno Nogarin, parlamentari e consiglieri regionali. Il clima è stato – e non poteva essere altrimenti – di commozione ma anche di rabbia, di liberazione per coloro che erano convinti ci fossero stati grandi errori, e di minacce di tornare a rifare il processo. Uno degli elementi più significativi e sconvolgenti che l’inchiesta parlamentare ha certificato – costruendo il suo verdetto in due anni di lavori e 110 sedute – è che le vittime sopravvissero alla collisione almeno un’ora, in gran parte raccolte nella sala che avrebbe dovuto proteggerle con porte ignifughe e impianti antincendio: perché secondo le perizie svolte allora sui poveri resti, si parlò di morti soffocati dal fumo o bruciati dalle fiamme in pochi tragici minuti.

[hidepost]

Il rapporto della commissione parlamentare, secondo le prime notizie, verrà inviato alla procura della Repubblica con la richiesta dei famigliari delle vittime e della stessa commissione di riaprire le indagini. Con una raccomandazione di Angelo Chessa, uno dei figli dello sfortunato comandante del Moby Prince perito con la moglie nella sciagura. “Non alla procura di Livorno: ha dimostrato di avere troppi condizionamenti”.

[/hidepost]

Pubblicato il
27 Gennaio 2018
Ultima modifica
2 Febbraio 2018 - ora: 10:14

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio