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Livorno, città senza ghetto alle celebrazioni della Shoah

Anna Maria Manzone

LIVORNO – Per la città marittima della Toscana, Livorno, le celebrazioni della “Giornata della memoria” in ricordo delle infami leggi razziali e della persecuzione degli ebrei hanno avuto una caratteristica unica, rimarcata da una bella trasmissione in diretta di Rai3: Livorno è stata l’unica città ad alta concentrazione di ebrei a non aver mai avuto un ghetto. Anzi: ad aver dato agli israeliti grandi occasioni di impegno culturale, sociale e imprenditoriale. Ancor oggi alcune delle piazze e delle via principali della città portano i loro nomi.

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Una bella serata al teatro Goldoni, gremito in tutti gli ordini, è stata trasmessa in diretta dalle 20,30 alle 23,30 guidata dal direttore Marino Sinibaldi e articolata su musiche, riferimenti storici e testimonianze dal vivo (il professor Aldo Liscia, ultranovantenne e la signora Edi Bueno, vivacissima e ironica). Lunedì mattina ancora le struggenti musiche del coro della Comunità Ebraica nella sala delle cerimonie della prefettura, insieme al saluto-ricordo letto dal prefetto Anna Maria Manzone con voce commossa, dal saluto del sindaco Filippo Nogarin e dalle testimonianze dei giovani della scuola cittadina Mazzini. Un incontro, quello in prefettura, che ha avuto momenti di intenso pathos quando sono state consegnate le medaglie d’onore conferite dal presidente della Repubblica ai famigliari di due sopravvissuti alla deportazione, Vasco Favilli e Luigi Giandomenico.

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Pubblicato il
31 Gennaio 2018

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