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Tommaso Spadolini Design in quarant’anni di successi

Tommaso Spadolini

FIRENZE – I 40 anni di attività sono un traguardo importante in ogni ambito. È questo l’anniversario che nel 2018 festeggia Tommaso Spadolini, architetto e designer, che nel corso di quattro decenni ha saputo conquistare un posto di rilievo tra le eccellenze italiane, realizzando progetti per molti cantieri che fanno parte della storia dell’industria nautica, come Cantieri di Pisa, Barberis, Alalunga, Baglietto, Codecasa, Rossinavi, Aprea, Canados, Wally, Otam e Serigi.

Un percorso, quello iniziato da Tommaso Spadolini, che ha origine nel suo DNA. Il padre PierLuigi, celebre architetto, fu tra l’altro titolare dal 1959 della prima cattedra di design industriale in Italia; dagli Anni 60 in poi collaborò con i Cantieri di Pisa insieme alla moglie Gianna, firmandone l’intera gamma, inclusa la linea Akhir. “Per me le barche sono state e sono ancora oggi una scelta, rappresentano il mio ambito di azione, dove ho trasferito una poetica familiare sedimentata”, dichiara Tommaso Spadolini.

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Dopo le prime esperienze a fianco del padre con Cantieri di Pisa, Spadolini inizia a muoversi in piena autonomia con Barberis, per approdare nel 1983 alla Canados; l’anno successivo nasce il primo Canados 70, uno yacht che evidenzia subito uno dei tratti fondamentali dei progetti Spadolini: il design non è mai fine a sé stesso, ma deve sempre avere una forte valenza funzionale. Il Canados 70 diventa un punto di riferimento del design nautico di lusso, prestandosi come modello per la modulazione della gamma e venendo declinato in misure superiori e inferiori: dal 1984 al 1992 nasce l’intera linea, dal 58’ all’85’, 90’, 95’, per un totale di centosette unità prodotte.

La collaborazione con il cantiere laziale prosegue fino al 1991 e l’anno successivo Tommaso Spadolini viene selezionato, tra un pool di designer di tutto il mondo, per la progettazione del Fortuna, lo yacht della Famiglia Reale spagnola: 43 metri di lunghezza, tre propulsori a turbina per una velocità di circa 75 nodi, progetto della carena sviluppato dallo Studio americano di Donald Blunt,lo yacht viene varato nel 2000. “Il superyacht ha raggiunto 74.8 nodi di velocità – è una barca davvero speciale per la quale ho curato lo sviluppo del design esterno sino alla verifica della ventilazioni ai motori nella galleria del vento”.

Tanti i progetti custom che si succedono con l’ingresso nel nuovo millennio. Impossibile non citare, tra gli altri, il Baglietto 138’, RC di Roberto Cavalli, varato nel 2004, seguito da Nina J, varato nel 2005;  perfetti esempi del concetto di Wide Body, una concezione configurale a tutta larghezza, senza corridoi, che offre la possibilità di grandi volumetrie interne. Proprio Spadolini è stato il primo a intuire che l’aumento dei volumi interni avrebbe rivoluzionato l’intera industria dei superyacht. RC e Nina J precorrono i tempi; nel 2006 Nina J si aggiudica il World Yachts Trophies.

Nel corso degli ultimi dieci anni vengono affidati allo Studio Spadolini alcuni refitting di prestigio, per imbarcazioni costruite da Cantieri di Pisa, Magnum, Baglietto.

In questi anni viene siglata anche una collaborazione con il cantiere turco Sirena Marine, per cui Tommaso Spadolini sviluppa gli interni di due modelli, il 56’ ed il 64’, in collaborazione con lo Studio di German Frers che realizza gli esterni.

L’anno appena concluso ha visto inoltre l’inizio di una positiva collaborazione con il cantiere Rosetti Superyachts, per cui lo Studio Spadolini ha progettato una gamma di imbarcazioni da 50 a 85 metri.

Il 2018 vedrà inoltre il varo della nuova imbarcazione di Roberto Cavalli e del nuovo motor yacht 102’ costruito da CCN per una coppia di armatori americani, che hanno affidato a Spadolini l’interior design.

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Pubblicato il
10 Febbraio 2018

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