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Marevivo nell’ambito di maremostro rilancia l’appello contro le plastiche

ROMA – Quanto tempo si impiega ad usare una cannuccia in plastica? Venti minuti. Quanto tempo è necessario invece per smaltirla? Cinquecento anni. In tutto il mondo si utilizzano quotidianamente più di un miliardo di cannucce: solo negli Stati Uniti ogni giorno se ne consumano 500 milioni, secondo i dati della Plastic Pollution Coalition. In Europa, le cannucce sono tra i primi cinque rifiuti raccolti sulle coste. A Londra se ne usano circa due miliardi l’anno tanto che l’Evening Standard ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere ai produttori di metterle al bando o trovare soluzioni eco sostenibili entro il 2018.

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In generale, le plastiche monouso, come le cannucce, si utilizzano soltanto una volta, per pochi minuti, e in molti casi finiscono nei nostri oceani, dove resteranno per centinaia di anni, sminuzzandosi in pezzi sempre più piccoli che vengono ingeriti dai pesci, entrando nella nostra catena alimentare. Nel 71% degli uccelli marini e nel 30% delle tartarughe è stata trovata plastica nello stomaco come dimostrano le ricerche citate dallo Strawless Ocean Movement. Basterebbero piccoli cambiamenti, eliminare il superfluo e preferire soluzioni più sostenibili per combattere l’impatto dell’inquinamento marino. Marevivo, dopo aver vinto la battaglia per le microplastiche e i cotton fioc, ha deciso di continuare la sua campagna di sensibilizzazione per ridurre l’uso della plastica monouso con le cannucce.

Un buon cocktail non si misura certo dalla sua decorazione e così l’associazione chiede a tutti gli esercenti, bar e ristoranti di smettere di distribuire cannucce in plastica ai clienti, di non inserirle automaticamente nelle bevande e di spiegare ai consumatori perché sia importante rinunciare ad usarle per ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente. A chi ne farà richiesta, per motivi medici o altro, sarà possibile offrire una cannuccia ecologica in carta, vetro, acciaio o bambù.

«La plastica usa e getta negli ultimi anni ci ha invaso, è ovunque, è entrata a far parte della nostra vita quotidiana. Si è trasformata in un “mostro” invisibile – spiega Rosalba Giugni, presidente di Marevivo – e non ci siamo resi conto dei danni devastanti che stava causando alla fauna marina e al suo habitat. Le cannucce entrano nelle narici delle tartarughe e nell’esofago degli animali. Abbiamo così deciso di lanciare questa campagna perché le abitudini dell’uomo non possono sempre avere ripercussioni sugli animali e l’ambiente, soprattutto quando esistono valide alternative per evitarle».

La campagna punta anche a sensibilizzare i cittadini che possono fare a meno della cannuccia in plastica e chiedere che il locale non le usi più spiegandone le ragioni e consigliando di optare per quelle biodegradabili. Inoltre, tutti i cittadini interessati potranno partecipare alla giornate di pulizia delle spiagge e alle foci dei fiumi che saranno organizzate da Marevivo.

Già nel Regno Unito tantissime catene di pub, bar e ristoranti hanno rinunciato alla cannucce tradizionali in plastica preferendo quelle ecologiche. Marriott International, l’aeroporto di London City, Eurostar sono tra le ultime aziende che hanno aderito. Le cannucce in plastica per volere della Regina Elisabetta saranno bandite dalle proprietà reali, nei ristoratori interni di Buckingham Palace, del Castello di Windsor e del Palazzo di Holyroodhouse. Lo stesso nei caffè, bar e mensa del Parlamento scozzese e anche il Museo di storia naturale di Londra ha deciso di eliminarne l’uso. In Italia cosa stiamo aspettando?

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Pubblicato il
17 Febbraio 2018

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