Tempo per la lettura: 2 minuti

L’intermodalità ai tempi del diktat “green” TOR punta da Livorno su Padova e Verona

(da sx) Alberto Milotti direttore commerciale Interporto Verona (moderatore), Bino Fulceri amm.re delegato Interporto Toscano A. Vespucci.

PADOVA – L’obiettivo è ormai comune a tutta l’Italia e l’Europa: ovvero, arrivare a spostare una quota parte significativa dei semirimorchi dalla strada alla ferrovia per tratte superiori ai trecento km. Per il sistema portuale del Tirreno settentrionale, Livorno/Piombino) significa a regime trasferire su ferro almeno 60 mila mezzi all’anno, circa il 15% delle complessive 448 mila unità movimentate l’anno scorso dal porto labronico.

Come nodo focale per raggiungere l’obiettivo c’è oggi l’Interporto Vespucci di Guasticce, ovvero il retroporto del sistema Livorno/Piombino. Il progetto si chiama TORed è stato (Trailers onto Rail) presentato ufficialmente per la prima volta alla fiera di Padova durante Green Logistics Expo, la settimana scorsa, nel corso dell’evento internazionale di business, marketing, cultura, approfondimento, esposizione e confronto sui temi più avanzati della catena logistica e delle sue interazioni con la sostenibilità ambientale sul quale riferiamo anche in questo numero, dopo che il nostro giornale ha coordinato uno dei workshop del programma.

[hidepost]

A illustrare TOR a grandi linee  nell’ambito del workshop  su porti, interporti e sviluppo terrestre delle autostrade del mare, è stato l’amministratore unico del Polo di Guasticce, Bino Fulceri. Affiancato da due dirigenti dell’AdSP, Gabriele Gargiulo per la promozione e comunicazione, e Claudio Vanni, responsabile degli strumenti di programmazione e del Sistema Informativo Portuale, Fulceri si è trovato allo stesso tavolo di Zeno D’Agostino, presidente di Assoporti e di Trieste, Ennio Cascetta (Rete Autostrade del Mare), Pietro Spirito (presidente di Napoli), Federica Montaresi ( La Spezia e Marina di Carrara), Francesco Di Majo (presidente di Civitavecchia, Antonello Vicini (HUPAC) e Guido Porta (presidente di Fuori Muro).

Il progetto TOR è stato sviluppato assieme a RAM spa (che è come noto società in house del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) da due Regioni (Toscana e Veneto) e da RFI. L’obiettivo è  prolungare il tratto marino delle Autostrade del Mare attraverso il trasporto combinato strada-rotaia e punta ad ancorare lo scalo labronico, primo porto nazionale per traffico RO/RO, agli Interporti di Padova e Verona, considerati veri punti di riferimento per i mercati europei.

In attesa che si avviino (e concludano – entro il 2022) i lavori di adeguamento delle gallerie appenniniche lungo la tratta Prato-Bologna, l’Interporto e i partner del progetto stanno studiando la possibilità di utilizzare una impresa ferroviaria che ha prenotato l’uso di alcune tracce notturne dell’Alta velocità per il trasporto della merce direttamente ai due interporti.

Il costo complessivo del nuovo servizio intermodale è in fase di valutazione per un raffronto con le tariffe sul tutto strada. Ed è aperto il tavolo di lavoro con i partner pubblici del progetto per individuare tutte le possibili forme di incentivazione a sostegno dello start-up del nuovo servizio, che – è su questo che si sta lavorando – potrebbe essere attivato già a partire dal 2019.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Marzo 2018
Ultima modifica
20 Marzo 2018 - ora: 13:28

Potrebbe interessarti