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Dagli “stati generali” del lavoro un progetto concreto: il “marina”

LIVORNO – Il progetto è ambizioso, e malgrado ci sia stato – e forse ancora ci sia – chi ha provato a mettere i bastoni tra le ruote, sta andando avanti. Si chiama, forse un pò pomposamente, “Stati generali del lavoro”, è stato varato nel gennaio scorso dalla giunta comunale di Livorno sulla spinta del sindaco Filippo Nogarin e sebbene partito con qualche ritardo – le prime riunioni si svolgono in questi giorni – punta a raggiungere un obiettivo concreto: fare il punto, con il contributo delle categorie imprenditoriali, dei sindacati e dei tecnici, sulle possibilità di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro con sei tavoli programmatici. Sono: logistica, infrastrutture e portualità; bonifiche ed economia circolare; reindustrializzazione e impresa 4.0; costruzioni; ammortizzatori sociali e sostegno al reddito; turismo, commercio e marketing territoriale.

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Sul tema della logistica, infrastrutture e portualità il tavolo di lavoro ha tenuto mercoledì scorso la seconda seduta, con la partecipazione – per la prima volta – anche di Asamar e Spedimar, rappresentate entrambe da Gloria Dari, presidente degli spedizionieri italiani. L’assessore Francesca Martini ha rappresentato la giunta, mentre il direttore della Gazzetta Marittima Antonio Fulvi ha coordinato i lavori.

Sullo spaziare dei temi più generali – le speranze aperte con il progetto della Darsena Europa, lo sviluppo delle crociere, la crisi della Compagnia portuali, il nuovo assetto del “sistema” con Piombino – sono stati inseriti anche temi più limitati ma di notevole valenza per quanto riguarda i possibili posti di lavoro: a partire dal “marina” del porto Mediceo, sul quale – come il nostro giornale ha recentemente riferito – è stato fatto un passo avanti dalle istituzioni indicando la Darsena Nuova come “rifugio” temporaneo per le barche da spostare. L’immagine che riprendiamo adesso, che fu pubblicata nel marzo del 2016 dal quotidiano La Nazione, esemplifica il progetto di massima del “marina”, con il dettaglio (fortunatamente superato) delle barche anche alla banchina 75. Si vede in particolare la soluzione dei pontili che partono dall’attuale “muro del pianto” (l’architetto progettista Comolli Gigli li ha scherzosamente descritti come “l’albero di Natale”) e che probabilmente sarà rivista. Appare chiaro comunque che il “marina” sarà limitato verso nord dal molo Elba attualmente allungato ma ancora in attesa di poter essere utilizzato per i traghetti. Nelle dida del progetto si legge che i posti barca saranno 600, con dimensione massima per unità da 50/60 metri (ma forse cresceranno) e con 80 posti in Darsena Nuova e 50 nel Mediceo per le barche fino a 10 metri. “65 posti saranno su pontili galleggianti, dotati comunque di servizi.

La deadline per avviare i lavori è stata spostata più d’una volta, ma sembra che potrebbe essere il prossimo autunno. Occorre però, come ha sottolineato più volte il presidente dell’Autorità portuale di sistema Stefano Corsini, che ci sia un coinvolgimento da parte del Comune, con cui lavorare di comune accordo. Anche Nogarin sembra disponibile, sia pure con i propri paletti. E dal “marina” ci si aspetta la nascita di almeno due centinaia di posti di lavoro, secondo il principio codificato che nasce almeno un posto di lavoro ogni tre posti barca. Per gli “stati generali” di cui si parla è concretezza: ma non va perduto altro tempo.

Dall’Autorità portuale, presente con il dirigente apicale Claudio Vanni, è arrivata anche l’assicurazione che si sta lavorando anche per realizzare il grande e tante volte annunciato approdo della Bellana per circa 900 posti: che una volta nato – e i tempi sarebbero brevi, non essendo richiesta alcuna variante di piano – potrebbe anche consentire di togliere dal circuito dei Fossi le imbarcazioni più grandi, lasciando gli ormeggi solo a gozzette e gommoni. Un sogno coltivato da decenni, che il Comune intenderebbe realizzare con l’accordo dei circoli e della stessa Autorità di sistema portuale.

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Pubblicato il
14 Aprile 2018

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