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“Mediterraneo” lemme lemme ora si demolisce

LIVORNO – Dunque sono finalmente cominciati, a quasi tre anni dalla tragedia nella quale perse la vita l’elettricista napoletano Gabriele Perrone, i lavori di demolizione della nave Urania che occupa il bacino galleggiante “Mediterraneo”. La rottamazione della struttura in acciaio – ha avvertito l’Autorità portuale – avrà inizio ad agosto con la cesoiatura dello scafo e della parte sovrastrutturale. Solo una volta asportato il relitto, si potranno ultimare i lavori di riparazione del bacino. “Ciò darà modo all’Autorità di Sistema Portuale – chiarisce ancora la nota ufficiale – di proseguire con la predisposizione delle lettere di invito relative alla gara per l’assegnazione dei bacini di carenaggio, che saranno presto trasmesse ai concorrenti prequalificati. Un passo avanti decisivo – conclude il comunicato – frutto del certosino lavoro congiunto delle istituzioni, che ha consentito, con pazienza, di risolvere i nodi più intricati.”

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Uniamoci pure al grido di Alleluia che traspare dalla nota dell’AdSP, anche se – come molti pensano – tre anni per risolvere la pur intricata vicenda sembrano davvero troppi. Sappiamo bene – ce l’ha detto più volte lo stesso presidente Corsini – che buona parte dello scandaloso ritardo è dovuta alla schermaglia tra armatore del relitto e compagnia di assicurazione, con un avanti e indietro di proposte (abbandono del relitto, rifiuto dell’assicurazione, incrocio delle spade degli avvocati delle parti, eccetera). Ma ci si chiede se alla fine della vicenda qualcuno vorrà intervenire sul calcolo di quanto si è perso in questi tre anni di lavoro di riparazioni, vari eccetera nel porto di Livorno. Di chi la responsabilità, anche sul piano civilistico. O tutto dovrà finire, come troppo spesso accade, in cavalleria, solo ai danni di chi non ha potuto lavorare?

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
11 Luglio 2018

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