Mediterraneo, boom dei container e anche l’Italia fa la sua parte
GENOVA – Il Mediterraneo aumenta il ruolo di protagonista dei traffici commerciali marittimi mondiali con una crescita, negli ultimi 20 anni, del 500% del traffico container. A dare la spinta sono stati gli investimenti cinesi (4 miliardi) in portualità e logistica; il raddoppio del Canale di Suez (nel 2017 oltre 900 milioni di tonnellate transitate); la presenza di free zone strutturate che stanno concentrando ancora di più l’attenzione sul Mare Nostrum da parte degli operatori marittimi. Fonte delle informazioni a metà 2018 anche i rapporti di Italpress, ripresi da numerosi siti.
In questo quadro anche i porti italiani stanno dimostrando performance molto interessanti. Nel 2017 – ultimo anno con dati completi e certificati – l’import-export via mare ha sorpassato i 240 miliardi, un aumento del 12,4% sull’anno precedente. I dati emergono dal 5° Rapporto sull’economia marittima italiana, realizzato da SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e presentato a Napoli, presso la Sala delle Assemblee del Banco di Napoli prima di agosto.
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“Dal Rapporto – dice Massimo Deandreis, direttore generale SRM – emerge che il Mediterraneo rispetto a 10-15 anni fa è più centrale dal punto di vista degli scambi marittimi, grazie soprattutto alla Cina. La Via della Seta sta facendo vedere i suoi effetti in termini di crescita dei trasporti marittimi, e tutto ciò ha un’influenza anche sulla portualità italiana. Va inoltre osservato che i porti del Nord Europa, che sono stati e sono più efficienti di quelli del Sud, stanno leggermente perdendo competitività a favore dei porti del Mediterraneo, grazie anche al raddoppio del Canale di Suez e al consolidamento delle rotte asiatiche che stanno diventando la direttrice mondiale del commercio”. A conferma, i traffici attraverso Suez stanno doppiando quelli attraverso Panama, che sono il segnale dei traffici dal Far East verso la più ricca costa East dell’America del nord.
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