Ambiente mare, tante iniziative: dagli oceani ai cetacei in Sardegna
LONDRA – Nel 2017 la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco ha pubblicato il manuale Ocean Literacy for All – A toolkit dove sono riportati i cosiddetti “sette principi dell’Ocean Literacy”, ovvero le informazioni minime che tutti dovrebbero conoscere. Secondo Francesca Santoro, autrice principale del documento, “purtroppo, nonostante il ruolo fondamentale dell’oceano e dei mari per il nostro pianeta, è ancora scarsa la conoscenza che ne abbiamo. Ecco perché i sette principi dell’Ocean Literacy sono uno strumento importante per la promozione di una maggiore diffusione di elementi fondamentali che riguardano il mare e i suoi processi, e possono essere considerati come l’ABC della conoscenza del mare”.
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In Italia, nonostante la presenza di numerose attività legate all’economia del mare e la storia strettamente correlata alla posizione centrale nel Mediterraneo, secondo l’esperta dell’Unesco “manca ancora una vera e propria cultura dell’oceano”. Opinione condivisa da Franco Borgogno, presidente di Ocean Literacy Italia, un’associazione costituita da ricercatori, giornalisti e educatori fondata all’inizio del 2018 con lo scopo di promuovere, adattare e sviluppare i principi dell’Ocean Literacy al contesto geografico e culturale Italiano. “Generalmente, si pensa che il mare sia bello, rilassante, pieno di fascino… In realtà il mare è molto di più: è letteralmente fondamentale per la nostra esistenza, lo sarebbe anche se vivessimo per sempre in cima a una montagna e non mangiassimo mai pesce”, spiega Borgogno. “L’Ocean Literacy ci aiuta a comprendere, in maniera molto semplice e multidisciplinare, tutto questo: dal mare dipendiamo completamente e sul mare incidiamo pesantemente con i nostri comportamenti. Esserne consapevoli è il primo passo per occuparcene con cura e incamminarsi sulla strada che ci porterà alla soluzione di molti problemi”.
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