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Botta e risposta a La Spezia Landolfi – Roncallo

LA SPEZIA – Dove, quando, in che tempi? Sergio Landolfi, presidente dell’Associazione degli Spedizionieri doganali di La Spezia (A.spe.do), chiede chiarezza sul futuro del porto di La Spezia. “Ormai da settimane, se non da mesi – afferma Landolfi – il porto è finito sotto un cono d’ombra ed è scomparso anche dall’area di attenzione dei media. Eppure meno di un mese fa in occasione di un road show a New York di una delegazione mista dell’Autorità di Sistema Portuale e di Contship, è stato annunciato un piano di 328 milioni di euro di investimenti misti pubblico privati, “che consentiranno – è stato affermato – allo scalo di aumentare la sua superficie del 25%”.

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“È proprio alla luce di quell’annuncio che in quanto operatori portuali – sottolinea il presidente degli Spedizionieri doganali di La Spezia – non possiamo esimerci dal chiedere oggi proprio all’Autorità di Sistema Portuale un’operazione di trasparenza che ci consenta di avere un quadro di riferimento preciso specie sulle scelte, sui fondi, ma ancora di più sui tempi di avvio e completamento dei lavori”.

Secondo quanto illustrato a New York, gli investimenti sarebbero in corso e così suddivisi: interventi in nuove infrastrutture portuali, 188 milioni di euro provenienti dai privati, 10 milioni dal pubblico; interventi in nuovi binari e infrastrutture ferroviarie e nuove strade 10 milioni di euro dai privati e 75 dal pubblico; bonifiche e dragaggi 45 milioni di euro dal pubblico.

“Ma in termini pratici – conclude Landolfi – sulle banchine e nei piazzali dove lavoriamo ogni giorno non abbiamo riscontri pratici dell’avanzamento di questi lavori. Correttamente la presidente Roncallo ci ha convocati il 23 ottobre prossimo anche e specialmente per illustrare i piani del porto. Speriamo e siamo convinti che quell’incontro possa fissare un punto fermo sul quale programmare insieme lo sviluppo del nostro scalo”.

*

LA SPEZIA – A stretto giro, la presidente dell’AdSP del Mar Ligure Orientale, Carla Roncallo, risponde con la seguente nota a Sergio Landolfi.

“Sono stupita e sconcertata dai toni utilizzati dal presidente dell’Associazione degli Spedizionieri Doganali della Spezia, ma soprattutto dai contenuti del suo intervento sulla stampa che non capisco sinceramente a cosa mirino.  Ancor peggio, mi chiedo se arrivino per portare messaggi di terzi, che forse non hanno così a cuore il nostro porto o se semplicemente si tratti del bisogno di comparire periodicamente sulla carta stampata, valore imprescindibile per alcuni.

Landolfi chiede a questo Ente un’“operazione di trasparenza”. Bene, se c’è una cosa che facciamo quotidianamente, è interloquire con tutti i soggetti che sono portatori di legittimi interessi in relazione alle attività portuali, primi fra tutti gli spedizionieri. Tale lavoro, lo svolgiamo su tavoli istituzionali, quali quelli dell’organismo di partenariato, nell’ambito di frequenti riunioni informali, al telefono o anche con messaggi di whatsapp. E qualche volta anche in pizzeria.

Non so proprio di che stia parlando Landolfi, peraltro presente ad una recente riunione tenutasi, da noi il 3 ottobre, durante la quale non ricordo abbia chiesto notizia alcuna sulle opere programmate, nè sollevato alcun dubbio o questione di altro genere.

Vorrei anche capire se le sue esternazioni siano frutto di opinioni personali o se rappresentino la posizione dell’intera categoria.

A New York abbiamo presentato un piano, a beneficio della platea degli operatori USA, che meglio hanno potuto comprendere lo sforzo intrapreso da pubblico e privato  per ampliare il nostro porto a favore delle merci e dell’incremento dei traffici. Ma ad un professionista come Landolfi certi numeri non avrebbero dovuto suonare come nuovi. Non è una novità per gli operatori spezzini, l’impegno in termini economici del Gruppo Contship, della Società Terminal del Golfo e dell’AdSP, per lo sviluppo di moli,  banchine e impianti ferroviari.

A proposito del “cono d’ombra” in cui Landolfi ritiene l’Ente sia precipitato, credo innanzitutto che sia importante lavorare ed ottenere risultati, più che apparire frequentemente sui media; ma anche su questa sua affermazione avrei da obiettare, visto che non passa giorno senza che la stampa si occupi di notizie relative al nostro porto.

Spero davvero che l’incontro del 23 possa aiutarlo a capire meglio cosa stiamo facendo e possa servire a me per capire se il suo malessere nei confronti dell’Ente che presiedo, è condiviso o meno da tutti i soggetti che saranno presenti quel giorno”.

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Pubblicato il
20 Ottobre 2018

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