Ministero del mare e Viagra
LIVORNO – Chiamiamolo Mantra, se vi piace. Oppure chiamatelo impegno, promessa, linea di pensiero. Comunque lo si chiama, nell’intervento del viceministro alle infrastrutture e trasporti al convegno livornese si è articolato sul principio secondo cui ogni finanziamento pubblico deve rispondere al criterio dei costi/benefici. Il dottor Edoardo Rixi l’ha ribadito in relazione alle grandi opere – alle quali è favorevole, dalla TAV (sottovoce) alla Darsena Europa (rispondendo alla domanda fuori dal coro di Angelo Roma, senza però impegnarsi sui tempi) alla trasformazione della logistica sui grandi assi europei fino alla difesa ambientale con il GNL come carburante navale, gli scrubbers e la “liberazione” delle Autorità di sistema dai cento lacci che impediscono loro di operare in tempi rapidi, compreso il vituperato (e già sotto attacco dal governo) codice degli appalti.
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Rixi è un quarantenne con le idee chiare, ed ha dimostrato ancora una volta un sano realismo pragmatico, che forse manca (solo un pò?) al suo ministro. Ha ribadito quello che già aveva detto in un’intervista a Marco Casale sull’House Organ dell’AdSP del Tirreno settentrionale: che ai porti in generale non mancano i finanziamenti, ma manca la capacità o la possibilità di spenderlo per vari motivi, tra i quali il famigerato Codice, la burocrazia e l’eccesso di competenze incrociate e sovrapposte. Che il viceministro con le deleghe ai porti lo ammetta è un bel passo avanti: l’ho ribadito conducendo la tavola rotonda nella quale lo stesso Rixi è piombato a metà mattinata. Adesso però, fatta la diagnosi, ci aspettiamo che parta più velocemente possibile la terapia, altrimenti saranno solo parole.
Anche sull’auspicato Ministero del mare ho avuto immediatamente l’assist del viceministro. L’ho proposto, questo benedetto ritorno a un ministero che assommi tutte le competenze per porti, navigazione e ambiente marittimo, oggi spezzettate tra ben cinque dicasteri, che a volte s’azzuffano e a volte se ne fregano. Rixi non solo s’è detto d’accordo, ma si è anche idealmente candidato. Parole, certo: ma non del limonaio di passaggio, come direbbe il mio amico Paoletti direttore della Confindustria livornese. Parole di un viceministro giovane, dinamico e di quella Lega che un tempo andava declamando di avercelo duro. Vedremo se con il tempo è cambiato qualcosa. E casomai, siamo pronti, se necessario, anche a inviargli a supporto una camionata di Viagra.
Antonio Fulvi
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