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A Livorno, “Giù le mani dall’Ammiraglio!” L’Asamar sullo scontro tra le istituzioni

Stefano Corsini

ROMA – A cavallo della fine dell’anno è scoppiata sul porto la buriana tra l’Autorità marittima e l’Autorità portuale di sistema che era da tempo sottotraccia. Il detonatore, l’accosto prima negato e poi concesso alla MSC Cristiana con circa mille auto da sbarcare. Ma il tema di fondo è stato il duro attacco del gruppo di FI alla Camera contro il comandante del porto, accusato di travalicare le attribuzioni che la legge gli assegna; attacco che ha preso di mira anche l’Autorità di sistema, accusandola in sostanza di aver rinunciato alle proprie attribuzioni, lasciando campo libero all’Autorità marittima. Alla base di tutto, la gestione delle concessioni demaniali e delle banchine pubbliche nel porto, tema sul quale è stata chiamata in causa anche la magistratura penale.

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I quotidiani livornesi hanno dedicato pagine e pagine allo scontro, che ha alla base i traffici e gli investimenti dei due gruppi armatoriali Grimaldi e Onorato nel porto, in forte concorrenza sui traffici ro/ro e ro/pax. L’intervento dei parlamentari di FI alla Camera, guidati dall’onorevole Mulè, è stato però un durissimo attacco al comandante del porto. Che da militare si è trincerato dietro un (disgustato?) silenzio. Ma in sua difesa sono scesi in campo prima di tutto gli operatori portuali, a cominciare dall’Asamar con una nota che riportiamo, poi il terminalista Enio Lorenzini, poi ancora il Pd locale, i piloti, alcuni sindacalisti. Il coro: “Giù le mani dall’Ammiraglio!” ha fatto eco al titolo della nota dell’Asamar presieduta da Enrico Bonistalli (la stessa Asamar che aveva innescato la critica al gazebo di Grimaldi concesso dall’AdSP in banchina pubblica, e dalla quale associazione Grimaldi era uscito sbattendo la porta). Da parte sua il presidente Corsini ha lavorato in queste ultime ore su un dossier con il quale ha inteso rispondere sia all’interpellanza dei parlamentari FI, sia alle ipotesi di reato che la magistratura ha messo in campo sull’indagine – in corso da mesi – sulla gestione delle concessioni in porto.

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Ed ecco il testo della nota dell’Asamar.

“Asamar non puó rimanere insensibile agli ultimi eventi che stanno ancora una volta travagliando il nostro porto e, per questo motivo, scende in campo con tutto il direttivo coeso e grida “Giù le mani dall’Ammiraglio e dalla Capitaneria di porto”.

“Asamar lo fa in modo sostanziale, non chiamando in causa situazioni e prese di posizione politiche, anzi porge un cordiale invito a tutti quei parlamentari che hanno sottoscritto l’interpellanza parlamentare contro l’operato dell’ammiraglio Tarzia, con l’intento di ospitarli nel nostro porto e nell’hinterland portuale per respirare  dosi di salutare salmastro, utile a comprendere senz’altro meglio le dinamiche dell’attività portuale e le criticità che la caratterizzano.

“Asamar lo fa anche perché nelle  tradizioni degli agenti marittimi, che ci connotano, dei principi di rispetto per le istituzioni sono  intrise le pagine di tutto il “sacro” vecchio manuale della categoria, il “ Papagno”, una vera “bibbia” per noi, sul quale tutti, vecchi e giovani agenti, hanno studiato e appreso il mestiere. Qui si insegna che il rispetto per le “stellette” e per coloro che le portano su quella divisa, blu in inverno e bianca in estate, è per noi un principio intoccabile, un qualcosa che si applica convintamente, dalla mattina alla sera, ed anche di notte, quando le esigenze del lavoro richiedono l’esercizio della professione. Un rapporto, fra il Comando e noi agenti marittimi, connotato da schietto e rispettoso  confronto giornaliero con gli uffici per pratiche delle navi. Qualcosa ormai che ti porti addosso anche quando le navi sono già lontane dal nostro porto.

“È per questi principi  che Asamar è sempre stata fedele e vicina alla Capitaneria di Porto e ai Suoi Comandanti, che si sono avvicendati negli anni, vicina ed alleata nell’obiettivo del rispetto delle regole.

“Regole che vanno rispettate e devono essere rispettate da tutti nessuno escluso, da operatori piccoli o grandi, da imprenditori piccoli e grandi, da terminalisti piccoli o grandi che siano e da tutti gli armatori.

“L’attacco all’Ammiraglio Tarzia è un atto destabilizzante in questo delicato momento della rinascita del nostro porto, un atto che potrebbe gravare enormemente sul processo di formazione e percorrenza di quella che è stata, e che è, la via tracciata, attraverso il rinnovato PRP,  per la realizzazione della Darsena Europa . Abbiamo ancora nelle orecchie il suono dei plausi e dei complimenti fatti all’Ammiraglio per il coraggio avuto nel prendersi le responsabilità  di emanare provvedimenti che hanno consentito  l’ingresso a navi da 9000 teu, un’assunzione di responsabilità che ha permesso di ridurre e rimodulare alcune tariffe dei servizi nautici, cosi particolarmente a cuore agli armatori, responsabilità che hanno permesso, dopo tanti anni,  l’uscita di notte di determinate navi che erano costrette a restare in porto, responsabilità per vigilare i lavori del micro tunnel senza il quale l’attività portuale non arriverebbe viva al completamento della costruzione della darsena europa, le stesse responsabilità che ora sono sotto tiro per aver contribuito, secondo le proprie competenze, all’applicazione del principio del rispetto delle regole.

“No, non possiamo accettare tutto questo. Asamar farà ogni cosa di propria competenza e possibilità, per impedire questa pericolosa destabilizzazione.

“Non è con gli attacchi “a gamba tesa”, che si risponde in modo costruttivo alla dialettica, propria del confronto di interessi contrapposti, bensì attraverso le tessitura di una difficile tela, difficile, non impossibile se il confronto è serio e  portato avanti nell’interesse della città e dell’intera comunità portuale”.

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Pubblicato il
5 Gennaio 2019
Ultima modifica
11 Gennaio 2019 - ora: 11:15

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