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Da Shipping, Forwarding & Logistics valori e criticità del “Sistema Italia”

Nella foto: La tavola rotonda durante la terza edizione di Shipping Forwarding & Logistics.

MILANO – Conclusa la due giorni della terza edizione della Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry, è il momento dei commenti e delle valutazioni. Anche perché nell’importante simposio si sono concentrati tanti interventi che meritano attenzione; e sui quali torneremo per altri approfondimenti.

Inaugurato come già abbiamo scritto dal viceministro Rixi, nell’incontro si è affrontato il tema principe delle fragilità del sistema infrastrutturale italiano nel contesto europeo e del suo necessario sviluppo. È partita da Mario Castaldo, presidente di Assolombarda, la richiesta di adeguare il sistema logistico per supportare le imprese nel sostenere l’attuale trend di crescita, soprattutto nell’export, e per salire nel ranking della banca mondiale che oggi ci vede al 22mo posto su 150 esaminati (mentre la Germania è al 3° posto). Nessun porto italiano ha un sistema ferroviario adeguato – ha detto ancora – con il quale si possa andare verso il sistema europeo che richiede altri standard.

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Lacune da colmare queste – secondo il presidente – con una programmazione adeguata ad un settore che vale 40 mld e rappresenta 2 punti di PIL, nel quale siamo molto in ritardo. Considerando inoltre che la logistica nazionale è in mano a imprese estere che spingono affinché le vendite vengano fatte franco fabbrica e non franco destino, depotenziando così il potere competitivo delle aziende italiane. Una situazione complessa quindi che deve essere affrontata e risolta senza ulteriori ritardi anche per non perdere le opportunità di sviluppo che si presenteranno con la Via della Seta. Programmare dunque – ha detto Castaldo – per fare tutto il necessario, senza dimenticarsi del Sud che oltre ad avere un sistema infrastrutturale insufficiente sconta anche una desertificazione delle sue imprese.

Le difficoltà nel recuperare i 25 anni di ritardo di programmazione nella logistica sono state confermate dall’assessore allo sviluppo economico con delega ai porti della Regione Liguria Andrea Benveduti. L’assessore ha dichiarato che si deve procedere senza conflitti con l’ambiente e prestando attenzione alla manutenzione di quanto già in essere. Un ritardo che oggettivamente a Genova non c’è stato dopo la tragedia del ponte Morandi. Al contrario: si sono unite le amministrazioni, le imprese e i cittadini in una gara di solidarietà riuscendo in tempi record a consegnare le prime case agli sfollati e dopo un mese ad aprire il cantiere. Un esempio che secondo il sindaco e commissario straordinario per la ricostruzione del ponte Marco Bucci può servire ad unire tutto il Paese per fare un grande salto di qualità e recuperare la credibilità di cui ha bisogno. Bucci ha ricordato l’importanza del sistema logistico come ingresso vantaggioso dal mare verso la Svizzera. Importante dunque è investire nelle infrastrutture genovesi, perché significa investire in tutto il Nord Europa. Il 50% delle merci passa da Genova e per sfruttare al meglio il vantaggio del risparmio dei 5 gg si deve investire nelle strade e nelle ferrovie; i progetti ci sono: Terzo Valico, Tav e collegamento alta velocità con Milano.

Per il presidente di Assologistica, Andrea Gentile, le infrastrutture sono un mezzo determinante, ma non il fine, per la crescita economica di un Paese. Fra i mali da sanare: la polarizzazione del trasporto su alcuni grandi assi; la concentrazione sul traffico gomma rispetto al ferro; inefficienze organizzative del sistema ferroviario; difficile e faticosa mobilità nel Meridione nonostante la dinamicità dei suoi porti; scarsa propensione alla programmazione. E alla luce del crollo del ponte Morandi il tema centrale per il nostro Paese diviene la messa in sicurezza e la manutenzione delle infrastrutture esistenti.

Riccardo Fuochi presidente del Propeller Milano ha puntato l’attenzione sul rischio dei ritardi infrastrutturali ma non solo: più in generale ha rivolto un appello ad adeguare la mentalità ai tempi ed alle accelerazioni che già sono in atto nei paesi dell’estremo oriente. Assistiamo a cambiamenti epocali dettati dall’avvento del digitale che stanno modificando radicalmente i modelli commerciali e produttivi tradizionali e le dinamiche distributive, ed a questi dovremo abituarci velocemente.  Tali trasformazioni presuppongono un’alleanza fra logistica ed impresa per affrontare in sinergia sfide procurate da nuove tecnologie (utilizzo della block chain, intelligenza artificiale, la robotica e molto altro) che legheranno il futuro dell’azienda italiana alla qualità dei suoi servizi digitali e tecnologici. Qui occorreranno supporti del governo e sinergie per affrontare questi importanti investimenti. Molte altre sfide sono aperte: come la crescita esponenziale dell’e-commerce che impone revisione completa dei sistemi e delle piattaforme distributive e che in Italia ha un’enorme potenzialità di crescita, ma che è anche dominata da “lupi” quali Amazon ed Apple che insieme hanno un valore di 2000 miliardi e che diversificano l’attività in tutti i settori, inclusi la logistica, trasformandosi anche in vettori aerei, terrestri e marittimi. Altre criticità – ha ricordato Fuochi – sorgono dall’utilizzo delle meganavi da 20.000 Teu che chiedono adeguamenti a porti, strutture e procedure; ed infine dalla concentrazione di vettori e servizi che andranno a ridurre la possibilità di scelta dello spedizioniere ed operatore logistico. Si formeranno sempre più monopoli ed oligopoli. Uno scenario davvero inquietante ma che – secondo Fuochi – ha in sé anche le grandi opportunità che arrivano da iniziative come la Belt and Road o dallo sviluppo di mercati, quali quelli africani, che aumenteranno la capacità produttiva e di consumi incrementando i flussi di traffico che potranno transitare dal nostro Paese. “La nostra posizione centrale nel Mediterraneo, la nostra leadership nello short sea shipping favorirà, se saremo capaci, la realizzazione di piattaforme distributive verso l’Europa ed il resto del mondo. Le nostre dogane – ha ricordato ancora – hanno velocizzato le procedure ed i tempi di sdoganamento in Italia adesso sono decisamente inferiori a quelli di altri paesi europei. Si deve ancora agire invece per la realizzazione dello sportello unico. La ZLS e la ZES sono strumenti incredibilmente importanti a patto che si riesca ad utilizzarli per le loro potenzialità e purché vengano integrate con le zone doganali intercluse. Tutto questo ci consentirebbe di competere – ha concluso Fuochi – con i paesi europei che hanno strutture più avanzate delle nostre”.

C.G.

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Pubblicato il
6 Febbraio 2019

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