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Infrastrutture costiere della Toscana quello che c’è e ciò che vorremmo

Nella foto: L’intervento del sindaco di Collesalvetti Bacci nel dibattito all’Interporto di Guasticce.

LIVORNO – Nessuno si meraviglia, essendo ormai tutti noi “scafati”, del fatto che sabato scorso all’interporto Vespucci di Guasticce il Pd toscano abbia messo la prua sul tema infrastrutture: quelle che ci servirebbero, quelle sulle quali stiamo lavorando, quelle su cui “gli altri” ritardano. Gli “altri” sono ovviamente il governo centrale, ma anche le istituzioni locali – bersaglio principale il sindaco di Livorno 5Stelle – con il loro mantra delle infrastrutture bloccate  sugli studi dei costi-benefici. Il sindaco Nogarin è stato  in più passaggi accusato di “isolazionismo”, di “negazionismo” su tutto, a partire dalle proposte sulla portualità, sul nuovo ospedale, sulle infrastrutture viarie. Un dibattito comunque interessante, specie per i contributi tecnici portati dall’interporto, dall’Autorità Portuale e dalle FS.

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Dopo l’introduzione “politica” svolta da Paola Lizzi e Tiziana Agostini rispettivamente delle segreterie regionale e territoriale Pd, hanno portato il loro saluto Rocco Nastasi, presidente del Vespucci, e Lorenzo Bacci, sindaco uscente di Collesalvetti. Voci del territorio, calibrate più sul piano tecnico-sociale che su quello partitico. Nastasi ha ricordato il crescente peso economico del Vespucci sul territorio (60 aziende con 1100  addetti, circa 470 mila mezzi pesanti in entrate e uscita all’anno, grandi prospettive quando saranno finalmente realizzati i sospirati collegamenti primari FS con la rete e con il porto (scavalco). Bacci, dopo due mandati da sindaco, lascia un “testamento” che gli va riconosciuto come positivo sulle realizzazioni per il sociale, avendo puntato a coniugare lo sviluppo del territorio con la creazione di lavoro locale e anche di interventi per la qualità della vita dei suoi concittadini. Anche per lui, la “sordità del Comune di Livorno sulla proposta di un piano strutturale territoriale condiviso”, ha compromesso uno sviluppo calibrato del territorio.

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Più politici, com’era del resto ovvio, gli interventi del parlamentare del Pd Andrea Romano, del presidente Pd della commissione sviluppo costiero Antonio Mazzeo e dell’assessore toscano alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli. Si è parlato della prima riforma Delrio della riforma portuale, ammettendo che alcuni obiettivi sono ancora da raggiungere ma sottolineando la riduzione delle Autorità portuali, la semplificazione delle normative, il coordinamento nazionale, l’impegno sullo sportello unico doganale. Tra le proposte, una task-force nazionale sui dragaggi e un censimento dei marittimi italiani. Dalla Regione l’accento sui tanti sforzi per le infrastrutture, gli impegni con le Fs, la spinta per la piattaforma Europa portuale, il complicato percorso per arrivare a una superstrada tirrenica condivisa; e Ceccarelli ha proposto di aprire “una vertenza della Toscana contro il governo nazionale su infrastrutture, risorse e tempi.

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I contributi di Bino Fulceri, amministratore delegato del Vespucci, di Gabriele Gargiulo per l’Autorità portuale di sistema, e di Gina Giani, amministratore delegato di Toscana Aeroporti sono andati (giustamente) sull’operativo. Le imprese, siano esse pubbliche come porti e interporto, o private come Toscana Aeroporti, chiedono decisioni rapide, mantenimento degli impegni presi nel passato per interventi finanziari sulle strutture; e specialmente chiedono che non  si allunghino i tempi, non si torni su decisioni già prese dai precedenti governi, che non si dica un giorno una cosa e il giorno dopo il contrario. E’ l’incertezza sui programmi già dati per acquisiti il male oscuro che mina tanto lo sviluppo. E che rende il sistema non competitivo: si tratti di quello marittimo (Gargiulo) quello aereo (Giani) o quello sulla logistica terrestre (Fulceri). Quest’ultimo da parte sua ha ricordato che il Vespucci si sta risanando praticamente con le proprie forze, ha raddoppiato le aziende radicate, ha progetti per un truck village e l’hub farmaceutico, incrementa il ricorso al “ferro”: ma per essere l’auspicato e necessario retroporto deve veder accelerato l’ingresso dell’AdSP nel suo azionariato. Una “neverending story” che non fa bene a nessuno”.

Infine, è arrivato lo speach del responsabile delle FS per l’Italia centrale, ingegner Toccafondi. Sua la presentazione tecnica di quanto si sta facendo per adeguare la rete cargo alle esigenze della costa. Meriterà qualche approfondimento.

(A.F.)

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Pubblicato il
20 Febbraio 2019

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