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Bureau Veritas nella sfida per difendere le grandi foreste

Maria Rita Gallozzi

GENOVA – Non un documento formale lava-coscienze, ma un attestato sostanziale di compatibilità fra le esigenze economiche, la tutela dell’ambiente, la sicurezza e il rispetto della vita umana nonché del lavoro.

Queste le caratteristiche delle certificazioni FSC® e PEFC™ di Gestione Forestale (FM) e Catena di Custodia (COC), di cui Bureau Veritas si è fatto precursore rispondendo a una domanda crescente di certificazione sulla provenienza del legno e relativa gestione delle foreste e quindi di un ruolo di verifica e controllo che solo un auditor specializzato nel settore forestale è in grado di svolgere. Punta di diamante per questa attività è Maria Rita Gallozzi, la più esperta lead auditor del settore in Italia. Praticamente si occupa di questi temi da quando nel nostro Paese è partito il sistema delle certificazioni forestali (nei primi anni duemila) ed è tra le poche donne italiane qualificate per eseguire controlli sulla Catena di Custodia e la sola per lo svolgimento di audit forestali su entrambi gli schemi riconosciuti dall’Unione europea: FSC® (Forest Stewardship Council®) e PEFC™ (Program for the Endorsement of Forest Certification schemes)

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Con la crescente sensibilità di gruppi industriali (come Ikea o Leroy Merlin) riguardo al rispetto delle norme internazionali che presiedono alla “gestione” delle foreste nel mondo, anche molti paesi in via di sviluppo, che per decenni avevano consentito un’attività indiscriminata di taglio e impoverimento del loro patrimonio boschivo, hanno oggi “raddrizzato le antenne”: è il caso del Gabon che ha fissato per legge l’obbligo della certificazione di tutte le sue foreste entro il 2022.

Ma la sfida che Bureau Veritas ha raccolto è terribilmente estesa. Meno del 7% del patrimonio boschivo e delle foreste del pianeta è coperto, e per molti aspetti garantito, da una certificazione che non si occupi solo di requisiti più tradizionali come quantità e qualità della materia prima, ma anche di una compatibilità ambientale complessiva (come manutenzione di sentieri e strade forestali, tutela di habitat rari), di un equilibrio sociale (ad esempio l’esistenza di posti sacri per le popolazioni locali in zone tropicali), nonché del rispetto delle normative sul lavoro, sulla sicurezza, e su come vengono garantiti i diritti delle comunità locali.

Una sommatoria di requisiti in base ai quali viene determinata sia una gestione responsabile e sostenibile di boschi e foreste in tutto il mondo, sia la “legalità” del legno, anche sulla base di un Regolamento europeo (Regolamento UE n. 995/2010) che afferma la responsabilità dell’acquirente nell’accertamento che il legno da lui usato sia di provenienza legale (cioè tagliato rispettando la legislazione applicabile del paese di origine).

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Pubblicato il
27 Febbraio 2019

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