Ma i bicchieri?

Nella foto: (con i giri) Un momento della conferenza stampa di presentazione del progetto “Lazio fishing for litter”.
FIUMICINO – Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale Francesco Maria di Majo sposa il green anche per il porto di Fiumicino. Sono state presentate, infatti, importanti iniziative volte a disciplinare il recupero delle plastiche dal nostro mare.
“È di stretta attualità, purtroppo, il problema dei rifiuti plastici nelle acque dei nostri mari. È di poche settimane fa la notizia dello spiaggiamento di un capodoglio nella spiaggia sarda di Porto Cervo: nella sua pancia sono stati trovati oltre venti chili di plastica” dichiara il presidente dell’AdSP. “Queste notizie devono rappresentare per tutti noi un monito per ciò che stiamo causando a questi animali, al nostro mare e soprattutto alle generazioni future”.
[hidepost]
Proprio in tale ottica l’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale prosegue il percorso iniziato dal presidente Francesco Maria di Majo che, fin dal suo insediamento, ha voluto sottolineare con forza il suo impegno per uno sviluppo maggiormente ecosostenibile dei tre porti del Network laziale.
È partito in questi giorni il progetto sperimentale “Lazio fishing for litter” che segue alla firma del protocollo d’Intesa siglato il 7 gennaio frutto della collaborazione tra Regione Lazio, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Co.re.pla. (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo ed il recupero degli imballaggi in plastica), Arpa Lazio, Legambiente Lazio, Direzione Marittima del Lazio e AGCI Lazio (Associazione Generale Cooperative Italiane) per ridurre i rifiuti marini e contribuire a risanare l’ecosistema mare grazie al coinvolgimento attivo e fondamentale dei pescatori.
“Come sappiamo, l’impatto derivante dai rifiuti marini presenti in mare determina conseguenze negative di vario tipo. Gli effetti letali su piante ed animali sono davanti agli occhi di tutti” – precisa di Majo. “Ed a ciò si aggiungono l’impatto economico e quello sociale: riduzione del turismo, danni alle imbarcazioni e alle attrezzature da pesca, riduzione del pescato e costi di pulizia nonché riduzione del valore estetico e dell’uso pubblico dell’ambiente”.
“Il progetto, da best practice, dovrebbe, a mio avviso, diventare una prassi adottata a livello nazionale”, precisa il presidente di Majo. “I pescatori avranno l’opportunità di raccogliere nel porto i rifiuti in plastica pescati durante l’attività ittica destinandoli al riciclo e contribuendo, così, a liberare l’ambiente marino dalle plastiche”.
“È necessario, quindi, – conclude di Majo – delineare iter condivisi per una corretta gestione dei rifiuti sbarcati dai pescatori e auspico che il progetto come quello che siamo in procinto di sperimentare per il porto di Fiumicino possa essere avviato in tutti i porti italiani e non solo a salvaguardia delle acque del nostro pianeta: secondo l’Onu, infatti, sono otto milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nei nostri mari”.
Come annunciato qualche giorno fa, nei prossimi mesi saranno, inoltre, installati i c.d. Sea Ben, ossia cestini raccoglitori di rifiuti galleggianti, in numero di cinque, per la raccolta automatica dei rifiuti flottanti nella darsena del porto canale di Fiumicino.
***
LIVORNO – Sarà l’ambiente marino uno dei temi più importanti a margine della settimana velica internazionale di Livorno, con un focus all’Accademia Navale in programma per lunedì 29 aprile alle 15. Il convegno ha il significativo titolo: “Preservare il mare: in rotta verso l’acquisizione di una mentalità plastic free”. Parteciperanno i vertici dell’Accademia, della Marina Militare e dell’associazione ambientalista Marevivo, che terrà una relazione in particolare sulle campagne svolte anche a bordo di nave Vespucci per sensibilizzare l’armamento nazionale contro l’uso delle plastiche non biodegradabili a bordo delle loro navi. Tra i risultati delle campagne le decisioni dei principali armatori dei traghetti ad abolire piatti e posate di plastica, mentre a livello legislativo è stato già varato il piano contro i cotton-flock e l’uso delle microplastiche invasive.
*
In Italia vengono consumati tra i 16 e i 20 milioni di bicchieri di plastica al giorno (secondo una stima di Plastic Consult), ma non sono stati inseriti nella Direttiva europea sul divieto della plastica monouso che include invece piatti e posate.
Lo afferma Marevivo sottolineando anche che la direttiva prevede che tutti gli Stati membri dovranno vietare, entro il 2021, l’uso di prodotti plastici monouso più frequentemente rinvenuti in mare come posate (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), piatti, cannucce, cotton fioc in plastica non biodegradabili, bastoncini di plastica per palloncini, tazze in polistirolo espanso e contenitori per alimenti. Gli Stati membri dovranno, inoltre, garantire che almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica, smarriti o abbandonati, venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio almeno del 15% entro il 2025. Tutte misure che serviranno a ridurre la mole dei rifiuti di plastica in mare del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Per Marevivo è necessario vietare anche i bicchieri di plastica. Si tratta di prodotti usa e getta che si ritrovano spesso in spiaggia e rappresentano circa il 20% dei rifiuti marini. L’associazione ritiene fondamentale che il Governo inserisca, nell’atto di recepimento della direttiva comunitaria, anche il divieto dell’uso dei bicchieri di plastica, così come già previsto per altri prodotti. Un’integrazione che consentirebbe al nostro Paese di essere all’avanguardia e che sarà di certo considerata positivamente dalla Commissione Europea.
«Ho scelto di sostenere questa associazione – dichiara Andy Bianchedi, cavaliere del mare di Marevivo – perché ne condivido le finalità e le modalità che portano ad azioni con risultati concreti. Mi sto battendo insieme a Marevivo per l’eliminazione della plastica monouso, supportando la campagna#StopSingleUsePlastic. Non si spiega perché i bicchieri non siano stati inseriti nella normativa, solo in Italia ne consumiamo tra i 6 e i 7 miliardi all’anno, è assurdo pensare di continuare così. Occorre vietare anche i bicchieri, la Direttiva europea è ancora migliorabile».
[/hidepost]