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Daniele Rossi: sistema porti non è criminale

Daniele Rossi

LIVORNO – Le hanno definite, con più o meno convinzione, due giornate storiche per la portualità, non solo labronica ma di tutta Europa. È stato particolarmente netto nel suo giudizio sull’assemblea di Espo – giovedì e ieri al teatro Goldoni – il presidente di Assoporti Daniele Rossi, nella conferenza stampa al “Port Center” della Fortezza Vecchia, a fianco di Gabriele Gargiulo – Autorità di sistema – e di Tiziana Murgia, Assoporti. “Giornate storiche anche perché ne esce un memorandum concordato tra tutti i porti del nostro continente – ha ricordato Rossi – da inviare al parlamento della UE che risulterà dalle elezioni, quelle di domani, domenica. E anche perché – ha detto ancora Rossi – “i porti europei, ma in particolare quelli italiani, si trovano di fronte ad un’accelerazione dei processi tecnici e produttivi, con un cambio generazionale sia sulle tipologie del lavoro, sia sugli strumenti, a partire dall’informatizzazione e dall’automazione. Processi nei quali il Far East è ormai all’avanguardia e sta all’Europa come sistema non perdere il confronto, ma rilanciare”.

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Ma attenzione, ha chiosato ancora il presidente di Assoporti: “Governare l’ammodernamento della logistica portuale non significa farlo sulla pelle dei lavoratori: occorre che in questo ammodernamento nessuno sia lasciato indietro, salvaguardando i valori sociali ed umani che fanno parte della nostra cultura”.

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Su questo tema, rispondendo a una domanda, il presidente di Assoporti ha anche definito lo sciopero nazionale dei portuali – indetto per giovedì scorso,in coincidenza con Espo – come un procedimento “salutare” che fa parte delle dinamiche democratiche; anche se – ha detto – “ci ha sorpreso dopo anni di pace sociale”. Ha poi sottolineato che se è comprensibile la contrattazione sulla parte salariale, i tanti altri temi elencati dai sindacati riguardano il governo e i governi – autoproduzione, ingresso dei gruppi armatoriali nei terminal, etc – e non andrebbero posti sullo stesso tavolo della parte economica.

Per il presidente Rossi, stimolato dalle domande, una presa di posizione chiara anche sulla composizione dei comitati di gestione dei sistemi portuali. Premesso che in questo caso la riforma ha semplificato e migliorato la governance rispetto ai vecchi, pletorici comitati portuali – ha detto – la partecipazione diretta dei sindaci, non per interposta persona come oggi, sarebbe più logica, specie per le città portuali.

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Infine un articolato giudizio sul “caso giudiziario Livorno”, che ha in parallelo anche altri casi di inchieste della magistratura su presidenti e utenti. “Nel pieno rispetto del potere giudiziario, sono convinto che il sistema portuale italiano sia sano e non si debba parlare di atti di rilevanza criminale – ha detto Rossi – ma semmai della necessità di avere chiarimenti sull’interpretazione delle norme che guidano la governance. In linea di principio noi funzionari pubblici, con la responsabilità di far funzionare al meglio porti e sistemi logistici connessi, abbiamo il dovere di favorire i traffici nel rispetto dei regolamenti. Che indubbiamente hanno bisogno di chiarimenti sostanziali, peraltro da tempo allo studio nelle sedi delegate”. Con un’amarezza di fondo. “Per quanto riguarda almeno alcuni dei provvedimenti aperti, solo la Cassazione potrà eventualmente dire l’ultima parola: e non sarà purtroppo in tempi brevi”.

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Piccola nota finale: al Goldoni e nei ricevimenti più o meno chiusi di Espo – chi non era invitato ufficialmente doveva pagare un ticket di 500 euro, davvero non poco – si sono visti anche alcuni dei presidenti indagati: da Giuliano Gallanti, accolto con affetto da Isabelle Rickbost, a Stefano Corsini e Patroni Griffi. Tutti con il proprio carico di amarezza ma anche con la convinzione – dichiarata – di aver fatto solo il proprio dovere. Cassazione, preparati. E noi prepariamoci a vedere ancora per un pò i porti sotto pressione dalla magistratura.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
25 Maggio 2019

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