Il pasticciaccio brutto di palazzo Rosciano

Stefano Corsini

LIVORNO – C’è, nei fatti, una verità incontrovertibile: secondo la quale le sentenze si dovrebbero applicare, ma quasi sempre s’interpretano. Almeno quando le sentenze, come quella della Cassazione pronunciata sul “caso” dei vertici di palazzo Rosciano (autorità portuale Livorno & Piombino), lasciano ampio margine a chi si pasce di cavilli.

Intendiamoci: le sparate dei giorni scorsi sui quotidiani locali – gli altri hanno appena accennato alla cosa – rispondono proprio al criterio di interpretare quello che fino a quel momento era vago. Il lapidario commento ufficiale uscito da palazzo Rosciano la dice lunga, proprio perché lapidario: “La Cassazione ha annullato, con rinvio, l’ordinanza del tribunale del riesame di Firenze che già aveva riformato il provvedimento del GIP dimezzando il periodo di interdizione (in particolare per il presidente Corsini, n.d.r.). Il presidente Corsini aveva inteso impugnare quella decisione anche se parzialmente favorevole. L’accoglimento del nostro ricorso da parte della Corte di Cassazione conferma la fondatezza dell’impugnazione e delle ragioni che la sostenevano. Firmato: i difensori, avvocati Fabio Viglione e Paolo Bassano”. Punto e basta.

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