Delfini: ciclo normale o epidemia?

Nella foto: Una bella immagine di delfini.
GENOVA – Per la seconda volta nel giro di pochi giorni è stato trovato spiaggiato un delfino morto, la cui carcassa era tuttavia in condizioni pessime per la lunga permanenza in mare. Il rinvenimento è avvenuto sulla spiaggia di Priaruggia, con una complessa operazione dei Vigili del fuoco per il recupero.
Un altro delfino in evidente agonia è stato rinvenuto a sud dell’Elba e per quanto fosse stato riaccompagnato al largo dopo lo spiaggiamento, è stato giudicato vicino alla fine.
Come tutti i cetacei, i delfini respirano aria e quando sono indeboliti o vicini alla fine tendono a spiaggiarsi per non affogare.
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Nelle foto: Il recupero della carcassa a Priaruggia.
I vari istituti di ricerca che seguono le specie animali del santuario marino “Pelagos” escludono per il momento che si tratti di un nuovo episodio di quell’epidemia di “morbilli virus” che solo una decina di anni fa decimò i piccoli cetacei nel Mediterraneo. Dai rilevamenti fatti dall’istituto Tethis sembrerebbe appurato che la popolazione di delfini e stenelle sia stabile, in generale buone condizioni e in alcuni casi anche in crescita, specie per le stenelle (che vengono spesso confuse con i delfini). Le carcasse ritrovate lungo le spiagge italiane sarebbero solo la testimonianza del normale ciclo di vita sul mare, visto che delfini e stenelle sono troppo agili e veloci per rimanere vittima delle navi, come invece accade a balene e capodogli.
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