Convegni a go-go: diagnosi tante terapie zero
ROMA – “Passata è la tempesta/odo augelli far festa”.
Ve la ricordate, dai tempi di scuola, la poesiola di Giacomo Leopardi? La prendo come incipit ironico, visto che sulla finanziaria e sul risiko delle tasse che ci pioveranno addosso – aziende e cittadini – la tempesta è ancora in corso, e gli augelli non fanno festa.
Ma il tema vero di questa nota è un altro: la tempesta più o meno perfetta (altra citazione) che sta squassando la portualità italiana e di riflesso l’economia della logistica.
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Un sintomo significativo è la pletora dei convegni, delle tavole rotonde, dei meeting alla Cernobbio, dei brain-storm, degli stati generali eccetera, che si susseguono nei porti e nelle regioni portuali. Siamo all’inflazione delle diagnosi, al bombardamento delle problematiche, allo sfinirci dei richiami – al governo delle città, ai governi regionali, al governo nazionale, per non parlare dei partiti – perché la morta gora degli interventi sulle infrastrutture e sulle normative sia superata e si passi alle terapie reali.
Risultato? Ad oggi tantissime diagnosi, qualche ministro o viceministro che a parole s’impegna: ma niente terapie. E il paziente? Se “ode augelli far festa” vuol dire che crede ancora alle novelle. E ha dimenticato che come scriveva Joseph Conrad, “le parole sono nemiche della realtà”. Scusate il cinismo, capita ai vecchi stanchi.
Antonio Fulvi
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