Caso Livorno il Riesame e Sisifo felice
LIVORNO – La notizia, se notizia si può chiamare dopo che la Corte di Cassazione aveva già fatto piazza pulita delle precedenti “sentenze”, è che il tribunale del riesame di Firenze ha ottemperato alla stessa Cassazione tornando sul tema. In data 11 novembre scorso, come si è già letto sui quotidiani locali, il Riesame Bis – dopo la bacchettata della Cassazione al Riesame 1 – ha depositato l’ordinanza relativa al “caso Livorno” revocando tutte le misure interdittive applicate sia al segretario generale Massimo Provinciali, sia ai dirigenti privati che la Procura aveva sospeso: ovvero i due Corrado Neri e Massimiliano Ercoli.
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Per Costantino Baldissara, AD di Sintermar, ci aveva già pensato tempo fa il tribunale di Napoli. Nella nuova sentenza del Riesame, c’è un distinguo: l’appello proposto da Stefano Corsini è stato giudicato “inammissibile”, perché nel frattempo erano scaduti i termini. Solo un atto formale, dicono gli avvocati, perché è la Cassazione che ha cancellato, criticandola duramente, la sospensione anche del presidente. Tanto rumore per nulla, dunque.
Commenti? I fatti si commentano da soli. E se è vero che anche i magistrati sono uomini, per cui possono in buonafede sbagliare, diventa difficile non interrogarsi sulle conseguenze di alcuni dei loro errori. Tiremm’innanz, avrebbe detto Cesare Battisti condotto al patibolo. Con la speranza che questa sciagurata vicenda, avendo ancora aperto il giudizio di merito in Procura, non vada avanti per mesi ed anni. Vero che, come scriveva Albert Camus, anche la lotta per scalare ogni giorno la montagna può riempire il cuore di un uomo. Ma pensare a un Sisifo felice – come farneticava nel suo aforisma Camus – francamente è da poeti dell’assurdo, non da noi poveri uomini della realtà.
Antonio Fulvi
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