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Un ministro una visita un impegno

Paola De Micheli

LIVORNO – Se non saranno nati contrordini – e di questi tempi è abbastanza frequente – domani giovedì 28 il ministro delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli sarà nel porto della Toscana in visita ufficiale. Lo riceveranno le autorità delle istituzioni, a cominciare dal presidente della Regione Toscana e dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale.

Molti si aspettano che la visita del ministro metta finalmente il sigillo ufficiale del governo, se non dello Stato, al grande e dibattuto progetto della Darsena Europa. Un progetto che ha ormai più di una decina d’anni, è stato ritoccato, rimaneggiato e sottoposto a più d’una cura dimagrante: ma che rimane, per l’Autorità di Sistema e per tutti gli operatori, una necessità sine qua non. Ovvero: se non si farà, e non si farà in tempi stretti, farà scivolare il porto di Livorno tra le realtà logistiche regionali e non più mondiali come è stato nel passato ed aspira a tornare.

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Non sono solo parole e speranze. Tutta la pianificazione del porto oggi è legata al progetto Darsena Europa: tanto che i molti (troppi) ritardi in atto sono giustificati con l’esigenza di avere i sigilli definitivi. La Darsena Europa vuol dire anche trasformare finalmente la Darsena Toscana in un approdo sufficiente e protetto per i ro/ro e le Autostrade del Mare. Vuol dire risolvere lo sciagurato nodo dei ponti del Calambrone. Vuol dire avere fondali adatti alle navi di oggi e domani. Vuol dire insomma tutto, o quasi.

Vero che la Corte dei Conti ha dato il suo ok, vero che ci sono stanziamenti pubblici (promessi formalmente) per 50 milioni dallo Stato, 150 dal Regione e altrettanti dell’AdSP: ma se non arriva la certezza che lo Stato realizzerà in tempi brevi le protezioni foranee, i dragaggi foranei e tutte le infinite pratiche ancora obbligatorie del nostro infame codice degli appalti, nessun serio investitore vorrà farsi avanti. Stefano Corsini ha ricordato più d’una volta che stanno per scadere i termini per le dichiarazioni d’interesse dagli investitori che dovranno apportare i circa 350 milioni mancanti ed assumersi la gestione. Ma senza la benedizione totale dello Stato, lo stand by attuale rischia di perpetuarsi. E la logistica internazionale non aspetta certo noi.

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Mi è piaciuta molto, a proposito dell’attesa visita del ministro De Micheli, la divertente “ciceronata” di Enrico Bonistalli apparsa su Il Tirreno di lunedì scorso, dove il presidente dell’Asamar si finge guida e mentore del ministro citando tutti i punti critici delle infrastrutture livornesi.

Bonistalli parte dalla Fi-Pi-Li, del tutto inadeguata come porta dell’interno della Toscana verso le nostre banchine per affrontare la carenza dei collegamenti tra il porto e l’Interporto Vespucci (Lo scavalco? Ma a che serve senza una vera integrazione con le reti principali), la sciagurata sequela dei ponti mobili al Calambrone e relativa esigenza di tombare lo Scolmatore verso la Darsena Toscana, l’altra sciagurata “neverending story” del microtunnel, e infine quella del corridoio tirrenico e della 398 per Piombino.

Un “cahier de doleances” non da poco. Possiamo sperare in qualche impegno concreto, oltre che nelle certamente consapevoli parole?

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
27 Novembre 2019

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